Trattato della Vera Devozione a Maria: parte III, cap. 2 (134-151)

«Trattato della vera devozione a Maria»

di
S. Luigi Maria Grignion de Montfort










PARTE
TERZA – CAPITOLO SECONDO
(prima
parte)

MOTIVI
PER APPREZZARE LA CONSACRAZIONE


[134] Bisogna
vedere, adesso, il più brevemente possibile, i motivi che devono farci
apprezzare questa devozione, gli effetti meravigliosi che produce nelle anime
fedeli e le sue pratiche.


1.
Consacra interamente al servizio di Dio


[135] PRIMO MOTIVO
che ci mostra l’eccellenza della consacrazione di noi stessi a Gesù Cristo
per le mani di Maria.


Se non si può
concepire sulla terra compito più elevato del servizio di Dio, se l’infimo
servo di Dio è più ricco potente e nobile di tutti i re e gli imperatori
della terra, qualora non siano servi di Dio, quali non saranno le ricchezze, la potenza
e la dignità del fedele e perfetto servo di Dio
1, che si dedica al suo servizio, interamente, senza
riserva e per quanto è in suo potere?


Tale è
un fedele schiavo d’amore di Gesù in Maria, dedicatosi completamente al servizio
del Re dei re, per le mani della sua santa Madre, senza nulla ritenere per sé.
Tutto l’oro del mondo e le bellezze dei cieli non bastano a pagarlo.


[136] Le diverse
congregazioni, associazioni e confraternite istituite in onore di Nostro Signore
e della sua santa Madre e che fanno tanto bene nella cristianità, non obbligano
a dare tutto senza riserva. Prescrivono ai loro membri certe pratiche e azioni in
adempimento degli obblighi assunti e li lasciano liberi per tutte le altre azioni
e gli altri tempi del loro vivere.


Questa devozione,
invece, esige che si diano senza riserva a Gesù e a Maria tutti i propri pensieri,
parole, azioni e sofferenze e tutti i momenti della propria vita Ne consegue che,
si vegli o si dorma, si beva o si mangi, si compiano le azioni più importanti
o le più ordinarie, si può sempre dire con verità che quanto
si fa, sebbene non ci si pensi, tutto appartiene a Gesù e a Maria, in virtù
di tale offerta, a meno che non la si sia ritrattata esplicitamente
2 . Quale consolazione!


[137] Come ho
già detto, non vi è pratica più indicata di questa per disfarsi
in modo facile di quel certo spirito di proprietà che s’insinua impercettibilmente
anche nelle migliori azioni. E il nostro buon Gesù concede questa grande grazia
in ricompensa dell’atto eroico e disinteressato che si è fatto cedendogli
l’intero valore delle buone opere, per le mani di Maria. Se egli dà il centuplo,
anche in questo mondo, a coloro che per suo amore lasciano i beni esterni, temporali
e caduchi
3, quale centuplo non darà
a colui che gli fa sacrificio perfino dei suoi beni interni e spirituali?


[138] Gesù,
nostro grande amico, si è dato a noi senza riserva, corpo e anima, virtù,
grazie e meriti: «Mi ha conquistato interamente, dandosi interamente a me»,
diceva san Bernardo
4. Non è dunque per
noi un dovere di giustizia e di riconoscenza dargli tutto quanto gli possiamo dare?
Egli è stato generoso con noi per primo, siamolo anche noi, in contraccambio,
con lui, e lo sperimenteremo ancora più generoso durante la nostra vita, nella
nostra morte e per tutta l’eternità: «Con l’uomo generoso tu sei
generoso
»
5.


2.
Fa imitare l’esempio di Cristo e praticare l’umiltà


[139] Ecco il
SECONDO MOTIVO che fa vedere come sia giusto in se stesso e vantaggioso, per il cristiano,
il consacrarsi interamente alla santissima Vergine con questa forma di devozione,
al fine di consacrarsi più perfettamente a Gesù Cristo.


Questo buon Maestro
non disdegnò di rinchiudersi nel seno di Maria come prigioniero e schiavo
d’amore e di esserle sottomesso e obbediente per trent’anni. Lo spirito umano, ripeto,
qui si smarrisce, se riflette seriamente su questa condotta della Sapienza incarnata.
Questa non volle, benché potesse farlo, darsi direttamente agli uomini, ma
preferì darsi per mezzo della Vergine santa. Né volle venire al mondo
all’età d’uomo perfetto, indipendente dagli altri, ma come povero e piccolo
bambino, bisognoso delle cure e del sostentamento della Madre.


Questa Sapienza
infinita, che aveva un desiderio immenso di glorificare Dio suo Padre e di salvare
gli uomini, non trovò mezzo più perfetto e più breve a tale
scopo, che quello di sottomettersi in ogni cosa alla santa Vergine, non soltanto
nei primi otto, dieci o quindici anni di vita, come gli altri fanciulli, ma per trent’anni.
E diede maggior gloria a Dio suo Padre durante tutto quel tempo di sottomissione
e di dipendenza da Maria, che non gliene avrebbe data impiegando quei trent’anni
ad operare miracoli, a predicare per tutta la terra, a convertire tutti gli uomini.
Altrimenti l’avrebbe fatto! Oh, come glorifica altamente Dio chi si sottomette a
Maria, sull’esempio di Gesù!


Con un esempio
così chiaro e universalmente noto davanti ai nostri occhi, saremo tanto stolti
da credere di poter trovare un mezzo più perfetto e più rapido per
glorificare Dio, che quello di sottomettersi a Maria ad imitazione di suo Figlio? 


[140] A prova
della dipendenza che dobbiamo avere dalla Vergine santa, si ricordi quanto ho detto
sopra
6, riferendo gli esempi
che ci danno il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo in riferimento alla dipendenza
che dobbiamo avere da Maria.


Il Padre ha dato
e dà il suo Figlio soltanto per mezzo di lei e comunica le sue grazie soltanto
per mezzo di lei.


Dio Figlio è
stato formato per tutti in generale solo per mezzo di Maria; ogni giorno è
formato e generato solo per mezzo di lei, unitamente allo Spirito Santo; comunica
i suoi meriti e le sue virtù solo per mezzo di lei.


Lo Spirito Santo
ha formato Gesù Cristo soltanto per mezzo di lei; forma i membri del suo corpo
mistico soltanto per mezzo di lei
7. Dopo tanti e così
incalzanti esempi della santissima Trinità, come potremmo, senza un estremo
accecamento, fare a meno di Maria e non consacrarci a lei e a dipendere da lei per
andare a Dio e a Dio sacrificarci?


[141] Ecco alcuni
passi dei Padri
8 che ho scelto a riprova
di quanto sto dicendo:


 «Maria
ha due figli: un uomo Dio e un semplice uomo. Del primo è madre corporalmente,
del secondo spiritualmente
»
9.


«Questo
è il volere di Dio, il quale ha voluto che noi ricevessimo tutto per mezzo
di Maria. Se dunque abbiamo una qualche speranza, una qualche grazia, una qualche
salvezza, riconosciamo che tutto ci proviene da lei»
10.


«Essa
distribuisce a chi vuole, quando vuole, come vuole e quanto vuole tutti i doni, virtù
e grazie dello Spirito Santo
»
11.


«Tu eri
indegno di ricevere, per questo è stato dato a Maria quanto avresti avuto,
perché tu lo riceva per mezzo di
lei»
12.


[142] Al dire
di san Bernardo, Dio ci vede indegni di ricevere le grazie immediatamente dalla sua
mano; perciò le dà a Maria affinché riceviamo da lei quanto
egli ci vuole dare. E Dio trova anche la sua gloria nel ricevere dalle mani di Maria
il tributo di riconoscenza, di rispetto e di amore che gli dobbiamo per i suoi benefici.


E dunque giustissimo
imitare tale condotta di Dio, perché – aggiunge lo stesso san Bernardo –
«la grazia ritorni al suo autore per lo stesso canale per cui ci è giunta»
13.


E quanto precisamente
avviene in questa nostra devozione. Con essa offriamo e consacriamo alla Vergine
santa tutto il nostro essere ed ogni nostro avere, affinché
Nostro Signore riceva per suo intervento la gloria e la riconoscenza che gli dobbiamo.
Ci riconosciamo indegni ed incapaci di avvicinarci da soli alla sua infinita Maestà
e, per questo, ricorriamo all’intercessione di Maria.


[143] Inoltre,
questa forma di devozione è una pratica di grande umiltà, e l’umiltà
è una virtù che Dio ama sopra ogni altra. Un’anima che s’innalza, abbassa
Dio; un’anima che si umilia, glorifica Dio. «Dio resiste ai superbi; agli
umili invece dà la sua grazia
»
14.
Se ti abbassi, stimandoti indegno di comparirgli dinanzi e di accostarti a lui, Dio
discende, si abbassa per venire a te, per compiacersi in te ed innalzarti anche tuo
malgrado. Se invece osi accostarti a Dio senza mediatore, Dio si ritrae e tu non
lo potrai raggiungere.


Oh, quanto egli
ama l’umiltà del cuore! Proprio a tale umiltà ci impegna questa devozione.
Essa ci insegna a non avvicinarci mai da soli a Nostro Signore, per quanto dolce
e misericordioso egli sia. Ci insegna invece a ricorrere sempre all’intercessione
della Vergine santa, sia per presentarci a Dio, sia per parlargli e andargli incontro,
sia per offrirgli qualcosa, sia per unirci e consacrarci a lui.


3.
Ottiene l’assistenza materna di Maria


[144] TERZO MOTIVO.
Vedendo il dono di chi si offre tutto a lei per onorarla e servirla e si spoglia
di quanto ha di più caro perché lei ne sia ornata, Maria – questa
Madre di dolcezza e di misericordia, che non si lascia mai vincere in amore e generosità –
risponde con il dono ineffabile di tutta se stessa. Sommerge colui che a lei si dona
nell’abisso delle sue grazie, l’adorna dei suoi meriti, lo sostiene con la sua potenza,
lo rischiara con la sua luce, l’accende del suo amore, gli comunica le sue virtù:
umiltà, fede, purezza, ecc. e si costituisce sua garanzia, suo supplemento,
suo tutto presso Gesù.


Infine, poiché
una persona così consacrata è tutta di Maria, anche Maria è
tutta di lei. Pertanto si può ripetere di questo perfetto servo e figlio di
Maria quanto san Giovanni Evangelista dice di sé, ossia che ha preso la Vergine
santissima come ogni suo bene: «Il discepolo l’accolse tra i suoi beni»
15.


[145] Fedelmente
custodito, questo atteggiamento fa nascere nell’anima molta diffidenza, disprezzo
e odio di sé e insieme grande fiducia e abbandono nella Vergine santa, sua
amata sovrana.


L’anima allora
non fa più assegnamento, come prima, sulle proprie disposizioni, intenzioni,
meriti, virtù e opere buone. Ne ha fatto sacrificio completo a Gesù
Cristo tramite questa Madre buona e quindi ora possiede un unico tesoro. Questo tesoro,
che racchiude tutti i suoi beni e non si trova più presso di sé, è
Maria.


Questo atteggiamento
muove l’anima ad avvicinarsi a Nostro Signore senza alcun timore servile o scrupoloso
e a pregarlo con molta fiducia. E le fa condividere i sentimenti del devoto e dotto
abate Ruperto, il quale, con allusione alla vittoria riportata da Giacobbe sopra
un angelo
16, rivolge alla santissima
Vergine queste belle parole: «O Maria, mia principessa e Madre immacolata
del Dio-Uomo Gesù Cristo, io desidero lottare con questo Uomo, cioè
con il Verbo di Dio, armato non già dei miei meriti, ma dei
tuoi»
17. Oh, come si è
potenti e forti presso Gesù Cristo, quando si è armati dei meriti e
della intercessione di una degna Madre di Dio, la quale, al dire di sant’Agostino
18, vinse amorosamente l’Onnipotente!


[146] Con questa
devozione si offrono tutte le opere buone a Nostro Signore per le mani della sua
santa Madre. Così questa amabile padrona le purifica, abbellisce, presenta
e fa accettare
dal suo Figlio.


1) Le purifica
da ogni macchia di amor proprio e dall’impercettibile attaccamento alla creatura
che si insinua insensibilmente nelle migliori azioni. Dal momento che si trova fra
le sue mani purissime e feconde, queste stesse mani che non furono mai sterili ed
oziose e purificano quanto toccano, tolgono al dono offerto quanto ci può
essere di guasto o di imperfetto.


[147] 2) Le abbellisce,
ornandole dei suoi meriti e virtù. Immaginate un contadino che per cattivarsi
la simpatia e la benevolenza del re va dalla regina e le presenta una mela – tutta
la sua ricchezza! – perché la offra al re. La regina accetta il povero
e piccolo dono del contadino, pone la mela al centro di un grande e bel vassoio d’oro
e l’offre così al re a nome del contadino stesso. Avviene che la mela, sebbene
non degna di essere presentata a un re, diventa un dono degno di sua Maestà,
in considerazione del vassoio d’oro
19 su cui si trova e della
persona che la presenta.


[148] 3) Le presenta
a Gesù Cristo. Maria nulla ritiene per sé di quanto le si offre,
quasi fosse lei il fine ultimo, ma tutto trasmette fedelmente a Gesù Cristo.
Dare a lei è dare necessariamente a Gesù. Quando viene lodata e glorificata,
subito lei loda e glorifica Gesù. Oggi, come un giorno davanti alle lodi di
santa Elisabetta, sentendosi lodata e benedetta, canta: «L’anima mia magnifica
il Signore
»
20.


[149] 4) Maria
fa accettare queste buone opere da Gesù, per quanto tenue e povero
sia il dono offerto a questo Santo dei santi e Re dei re. Quando uno presenta qualche
cosa a Gesù, da solo, fidandosi nelle proprie capacità e disposizioni,
Gesù esamina il dono e spesso lo respinge per le macchie d’amor proprio di
cui è contaminato, come un tempo respinse i sacrifici dei Giudei pieni di
volontà propria
21.


Quando, invece,
gli si presenta qualcosa per le mani pure e verginali della sua Diletta, lo si prende
per il suo lato debole, se è lecito esprimersi così. Allora, egli non
considera tanto la cosa che gli viene offerta, quanto la sua amata Madre. Né
guarda tanto da dove proviene il dono, quanto colei che glielo presenta. Così
Maria, mai respinta e sempre bene accolta dal Figlio, fa accettare dalla sua Maestà
tutto quanto gli presenta, piccolo o grande che sia. Basta che Maria presenti qualcosa
perché Gesù l’accetti e gradisca. E questo il grande consiglio che
san Bernardo dava a quelli e a quelle che guidava verso la perfezione: «Se
vuoi offrire qualche cosa a Dio, abbi cura di offrirla per le mani graditissime e
degnissime di Maria, a meno che non t’importi di ricevere un rifiuto
»
22.


[150] Non è
forse questo ciò che la stessa natura ispira ai piccoli nei confronti dei
grandi, come dicevamo prima? Perché, dunque, la grazia non dovrebbe portarci
a seguire la stessa norma con Dio, infinitamente superiore a noi e davanti al quale
siamo meno di atomi? Abbiamo un’avvocata così potente che non è mai
respinta, così avveduta che conosce ogni segreto per conquistare il cuore
di Dio, così buona e caritatevole che non rigetta alcuno per quanto piccolo
e cattivo.


Più avanti
riporterò la storia di Giacobbe e Rebecca, come figura espressiva delle verità
che vado esponendo.


4.
Fa vivere a lode della gloria di Dio


[151] QUARTO MOTIVO.
Questa devozione fedelmente osservata è un eccellente mezzo per dirigere il
valore di tutte le nostre buone opere alla maggior gloria di Dio. Quasi nessuno agisce
per questo nobile fine, anche se vi si è obbligati, sia perché non
si sa dove stia la maggior gloria di Dio, sia perché non la si vuole.


La Vergine santissima,
cui si cede il valore e il merito delle nostre buone opere, conosce perfettamente
dove sta la maggior gloria di Dio e tutto opera a tal fine. Ne consegue che il perfetto
servo di tale ottima Signora – cui si è consacrato totalmente –
può affermare con audacia che il valore di tutte le sue azioni, pensieri e
parole è impegnato per la maggior gloria di Dio, a meno che non revochi espressamente
la propria offerta.


Si può
forse trovare qualcosa di più consolante per un’anima che ama Dio con cuore
puro e disinteressato e stima la gloria e gli interessi di Dio più dei propri?


NOTE


1
Si veda, in LG 56, ciò che il Conc. Vat. II dice sul servizio regale del cristiano.


2
Cf VD 110.



3
Cf Mt 19,29.



4
Serm. 22 de Diversis, De quadruplici debito, n. 6, PL 183, 598: «Se
toto totum me comparavit».



5
Cf Sal 18,26.

6 VD 14-39.


7
«Maria diede alla luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra
i molti fratelli, cioè tra i fedeli, alla rigenerazione e formazione dei
quali essa coopera con amore di madre» (LG 63).


8
Di questi passi il Montfort riporta solo il testo latino, che noi trascriviamo nelle
note seguenti.


9
«Duo filii Mariae sunt, homo Deus et homo purus; unius corporaliter; et
alterius spiritualiter mater est Maria
» (CORRADO Dl SASSONIA, Speculum
BVM,
lect. 3, par. 1, 2; ORIGENE, cf In Ps. 86, 5, PG 12, 1547).


10
«Haec est voluntas Dei, qui totum nos voluit habere per Mariam ac proinde,
si quid spei, si quid gratiae, si quid salutis ab ea noverimus redundare»
(SAN
BERNARDO, Serm.: in Nativ. BMV: de aquaeductu, n. 7 e 6, PL 183, 441).


11
«Omnia dona, virtutes et gratiae ipsius Spiritus Sancti, quibus vult, quando
vult, quomodo vult et quantum vult per ipsius manus administrantur»
(SAN
BERNARDINO, Serm. de 12 Priv., 1.2, c.8. Serm. in Nativ. BMV, art.
un., c. 8).


12
«Qui indigrus eras cui daretur, datum est Mariae, ut per eam acciperes quidquid
haberes»
(SAN BERNARDO, Serm. 3, in Vigilia Nativ. Domini, n.
10, PL 183, 100).


13
SAN BERNARDO, Serm. in Nativ. BMV: de aquaeductu, n. 18, PL. 183, 448.


14
Gv 4,6.


15
Gv 19,27. Cf VD 179. La Bibbia C.E.I. traduce «Da quel momento il discepolo
la prese nella sua casa
». Gli studi esegetici di vari autori (Braun, De
la Potterie, Serra…) traducono con maggiore fedeltà al testo greco: «da
quell’ora il discepolo l’accolse tra le cose proprie
», cioè tra
i beni o doni spirituali lasciati da Cristo ai suoi discepoli.


16
Cf Gen 32, 23-33.


17
Testo latino riferito dal Montfort: «O Domina, Dei Genitrix, Maria, et incorrupta
Mater Dei et hominis, non meis, sed tuis armatus meritis, cum isto Viro, scilicet
Verbo Dei, luctari cupio»
(RUPERTO, proemia In Cantica Cant. de Incarn.
Domini
, PL 168, 837-838).


18
S. AGOSTINO (inter opera), In fest. Assumpt. B.M., (PL 39 2 130-2131).


19
Cf SM 37.


20Lc
1,46. Cf VD 225.


21
Cf Eb 10,5-7.


22
Testo latino: «Modicum quod offerre desideras, manibus Mariae offerendum
tradere cura, si non vis sustinere repulsam
» (SAN BERNARDO Serm.
in Nativ. BMV
: de aquaeductu, n. 18, PL 183, 448). Cf VD 142 e
SM 37.











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