La concezione della Chiesa

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«La
concezione della Chiesa»

di
Don Alfredo Morselli










Natività







              Questa
              santa Madre degna di venerazione, la Chiesa, è uguale a Maria: essa partorisce
              ed è vergine, da lei siete nati essa genera Cristo, perché voi siete
              le membra di Cristo.



                  S.AGOSTINO1

La maternità
spirituale di Maria SS. costituisce «ua consolantissima verità, che
per libero beneplacito del sapientissimo Iddio fa parte integrante del mistero dell’umana
salvezza; essa, perciò dev’essere ritenuta per fede da tutti i cristiani”;
Paolo VI, Esortazione Apostolica Signum magnum del 13-5-1967). Paolo VI, nel
discorso conclusivo della terza sessione del Concilio Vaticano II, il 21 novembre
1964, dichiarava solennemente: «A gloria dunque della Vergine e a nostro conforto,
noi proclamiamo Maria Santissima Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo
di Dio, tanto dei fedeli come dei pastori, che la chiamano Madre amorosissima; e
vogliamo che con tale titolo soavissimo d’ora innanzi la Vergine venga ancor più
onorata e rispettata». A partire da questa proclamazione, la funzione materna
di Maria nei confronti della Chiesa è stata sempre più oggetto dell’insegnamento
del magistero
2; recentemente
l’enciclica Redemptoris Mater ha diffusamente sviluppato questo tema
3. Il fondamento
della maternità spirituale della Vergine nei confronti della Chiesa cosiste
del fatto che Gesù, il Figlio di Maria, è il “Capo del Corpo che
è la Chiesa”
4: Gesù
è un unica persona, “uno” con tutti i battezzati,
5 ed è, in potenza, capo di tutti
gli uomini
6, i quali sono
chiamati a far parte della Chiesa. L’unità di Gesù con i battezzati
è tale per cui è impossibile che Maria possa essere soltanto madre
del Capo della Chiesa senza essere madre di tutto il corpo dell Chiesa stessa. S.
Pio X ha magnificamente spiegato questi concetti:

“Nello
stesso seno dunque della castissima Madre, Cristo prese la carne e insieme si unì
un corpo Spirituale, formato da coloro “che avrebbero creduto in Lui”.
In tal modo si può dire che Maria, portando nel suo seno il Salvatore, abbia
portato anche coloro la cui vita era contenuta in quella del Salvatore. Tutti noi,
dunque, che siamo uniti a Cristo, e, a dir dell’Apostolo, “membra del corpo
di Lui, della sua carne e delle sue ossa” (Ef 5,30), siamo usciti dal
seno di Maria, e a somiglianza di un corpo unito al suo capo. Quindi per una ragione
tutta spirituale e mistica, noi siamo chiamati figli di Maria, ed ella è Madre
di noi tutti. “Madre, a dir vero, spirituale ma senza dubbio Madre delle membra
di Cristo che siamo noi” (S.Aug., De sancta Virginitate, c. 6)”
7.

*
* *

Appare
chiaro, a questo punto, che Maria ha cominciato ad essere Madre della Chiesa quando
ha cominciato ad essere Madre di Gesù, cioè quando ha formulato il
suo assenso di fede e di obbedienza all’angelo. In questo senso si esprime Pio XII:

“Quando
la piccola fanciulla di Nazaret pronunciò il suo “Fiat” in seguito
al messaggio dell’Angelo ed il Verbo si fece carne nel suo seno, Ella divenne non
solo la madre di Dio nell’ordine fisico della natura, ma anche nell’ordine soprannaturale
della grazia; Ella diventò anche la madre di tutti coloro che per mezzo dello
Spirito Santo sarebbero diventati una cosa sola, sotto la guida del suo divin Figlio.
La madre del capo sarebbe diventata la madre delle membra. La madre della vite sarebbe
stata la madre dei tralci”
8

*
* *

Questa
indicazione del magistero è in armonia perfetta con la S.Scrittura, in particolare
con alcune pericopi del Vangelo di S.Luca
9 L’Angelo si rivolge
a Maria con parole che fanno intendere, fin da subito, che l’Incarnazione non sarebbe
stato soltanto un fatto riguardante Gesù e la Vergine; certamente Ella ha
preso coscienza gradualmente, nel corso della sua vita, di tutto ciò che il
suo ruolo nella storia della salvezza avrebbe implicato, ma fin da subito, ha in
qualche modo compreso che sarebbe divenuta la Madre di un nuovo popolo. Il primo
elemento che ci orienta in questa direzione è costituito dal fatto che l’Angelo
saluta Maria con la parola chaire= gioisci; questa espressione è tradotta
dalla Bibbia della CEI con “Ti saluto”, e dalla Vulgata con “Ave”;
pur non potendo definire erronee queste versioni, tuttavia esse, a prima vista, non
permettono di osservare gli importanti significati che questo saluto comporta. Il
saluto “gioisci, piena di grazia, il Signore è con te”, costituisce
una locuzione ricca di riferimenti a diversi passi dell’Antico Testamento -Maria,
ben conscia di questo, si chiede infatti “che senso avesse tale saluto”-
In particolare l’espressione “gioisci” ricordava ad ogni ebreo che conosceva
le Scritture, e quindi anche alla Vergine, alcuni importanti oracoli profetici:

“Gioisci,
figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!”
10

“Gioisci,
esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te oracolo
del Signore -.”
11

“Esulta
grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme!”
12

Questo
sigifica che il messaggero celeste stava annunciando a Maria che in lei si sarebbero
compiute le profezie in cui il popolo di Giuda e di Israele venivano salutati con
medesima espressione “gioisci”. A Maria fin da subito, tramite questa stessa
espressione, viene rivelato che nella sua persona era virtualmente presente tutto
il nuovo Israele. Più tardi Maria comprenderà appieno che il nuovo
Israele è la Chiesa, ma già fin d’ora è invitata ad accettare
di assumere in sè la personalità corporativa del popolo della nuova
alleanza. Di questo popolo Marià è chiamata anche ad esserne Madre:
S. Luca descrive le parole dell’angelo:

[36]Vedi:
anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo
è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:

Questo
fatto non serve soltanto come motivo di credibilità per la vergine stessa;
un evento miracoloso senz’altro era opportuno per confermare nella fede la Madonna;
tuttavia l’angelo, esponendo questo prodigio con un discorso ricchissimo di riferimenti
all’Antico Testamento, invita Maria ad interpretare il fatto alla luce della Scrittura.
Il prodigio della concezione verginale di Gesù, relazionato dall’angelo con
la concezione miracolosa da parte di Elisabetta, è relazionato implicitamente
-a causa del contesto- con tutte le donne sterili dell’Antico Testamento, che cocepiscono
per intevento di Dio. Tutte le donne sterili miracolate da Dio nell’antico testamento
(Sara, sposa di Abramo, Anna, madre di Samuele, etc.) fino ad Elisabetta -tutte sterili
a cui Dio toglie la maledizione della sterilità- erano tutte prefigurazioni
di Maria; in Lei, attraverso un prodigio particolarmente straordinario -non più
una sterile, ma una vergine concepisce e partorisce- viene ad essere significata
la fine definitiva della maledizione, indicata dalla sterilità stessa. Il
Vangelo ci mostra come Maria comprenda in questo senso le parole dell’angelo: un’indizio
importante è costituito dalle parole del Magnificat “ha guardato l’umiltà
della sua serva”: la parola greca che solitamente viene tradotta con umiltà
(gr. tapeinosis), senza perdere questa indicazione, indica soprattutto umiliazione,
precisamente l’umiliazione della donna sterile, considerata, secondo l’antica mentalità
ebraica, portatrice di maledizione. Maria riprende quasi alla lettera le parole di
Anna, la madre sterile di Samuele, che aveva fatto a Dio questo voto:

“Signore
degli eserciti, se guarderai l’umiliazione (gr. tapeinosis) della tua serva
e ti ricorderai di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava
un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vitaÖ”.
(Sam 1,11)

S. Luca
usa ancora un termine molto simile a tapeinosis per indicare l’umilazione
di Elisabetta, derivante dalla sua sterilità:

[24]Dopo
quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque
mesi e diceva: [25] “Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in
cui si è degnato di togliere la mia vergogna (=umilazione) tra gli uomini”
13.

La frase
del Magnificat “ha guardato l’umiltà della sua serva” vuol dire
soprattutto che Dio aveva guardato la situazione di sterilità dell’antico
Israele, ormai giunto, come tale, ad una crisi senza via di sbocco; l’antico Israele
era come una donna sterile, “maledetta”; in Maria, Figlia di Sion, questa
condizione è mutata; la sterile maledetta è ora la Vergine benedetta
tra le donne, Vergine eppure ricca di figli, Maria, Chiesa e Madre della Chiesa.
Maria può interpretare come riferiti a lei alcuni oracoli pronunciati, in
un primo senso letterale, nei confronti di Gerusalemme

[21]Tu
penserai: “Chi mi ha generato costoro? Io ero priva di figli e sterile; questi
chi li ha allevati? Ecco, ero rimasta sola e costoro dove erano?”.
14

[1]Esulta,
o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che
non hai provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell’abbandonata
che i figli della maritata, dice il Signore. [2]Allarga lo spazio della tua tenda,
stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga le cordicelle, rinforza i
tuoi paletti, [3]poiché ti allargherai a destra e a sinistra e la tua discendenza
entrerà in possesso delle nazioni, popolerà le città un tempo
deserte. [4]Non temere, perché non dovrai più arrossire; non vergognarti,
perché non sarai più disonorata; anzi, dimenticherai la vergogna della
tua giovinezza e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza. [5]Poiché
tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome;
tuo redentore è il Santo di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra.
15

*
* *

Quando
Maria ha risposto all”angelo “Ecco la serva del Signore”, riconoscendo
e accettando la funzione assegnatale da Dio , e “Si faccia di me secondo la
tua parola” prestando l’ossequio della fede al mistero che le si rivelava ,
ha accettato di concepire anche la Chiesa; come afferma S.Agostino, “il suo
amore ha collaborato affinché nella Chiesa vengano generati credenti che sono
le membra di quel capo di cui essa è diventata fisicamente la madre”
16. Nel fiat il
primo atto di questo amore. Molto bene Hugo Rahner afferma: “Tutta la storia
della Chiesa è lo sviluppo del mistero che si compie nel cuore di Maria”
17.






NOTE


1
Sermo 25, 8, Morin, p. 163, cit. in H.Rahner, S.J., Maria e la Chiesa. Indicazioni
per contemplare il mistero di Maria nella Chiesa e il mistero della Chiesa in Maria.
(Già e non ancora 17), Milano: Jaca Book, 1977/2, p. 53.



2 Particolarmente meritevole di nota queste affermazioni di
Paolo VI: “Noi crediamo che la Madre Santissima di Dio, nuova Eva, Madre della
Chiesa, continua in Cielo il suo ufficio materno rguardo alle membra di Cristo, cooperando
alla nascita e allo svilupo della vita divina nelle anime dei credenti”; cf.
Solenne professione di fede (30 giugno 1968), 15: AAS 60, (1968) 438 s.



3 Cf. in particolare i §§ 42-47.



4 Col 1,18.



5 Gal 3, 27-28: “[27]poiché quanti siete stati
battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. [28]Non c’è più
giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è
più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”.




6 Cf. S.Tommaso d’Aquino, S.Th., III, 8, 1.



7 S.Pio X, Enciclica Ad Diem illum; cf. A.Tondini,
Le Encicliche mariane, Roma, 19542, p. 311.



8 Radiomessaggio C’est avec une douce, 19 giugno 1947.




9 Cf. 1, 26-38 . 39-56.



10 Sof 3,14



11 Zac 2,14.



12 Zac 9,9.



13 Lc 1, 24-25.



14 Is 49,21.



15 Is 54, 1-5.



16 De sancta Virginitate 6, PL 40, 399, cit. in H.Rahner,
S.J., Maria e la Chiesa, p. 55.



17 H.Rahner, S.J., Maria e la Chiesa, p. 55.