Importanti considerazioni circa la riforma liturgica

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Importanti considerazioni
circa la riforma liturgica

del Card. Joseph Ratzinger













Joseph Ratzinger

indice ragionato


In questa conferenza, tenuta a
Roma, presso l’Hotel Ergife, il 24.10.1998, il Card. Ratzinger spiega come un’eventuale
liberalizzazione della S.Messa Tridentina non mina l’unità della Chiesa e
non è in contrasto con le direttive del Vaticano II. Potrà questo scritto
contribuire, come si auspica il Card. Ratzinger, a “
persuadere i vescovi che la presenza dell’antica
liturgia non turba né rompe l’unità delle loro diocesi, ma è
invece un dono destinato a rafforzare il Corpo di Cristo, del quale siamo tutti i
servitori
“?



E tutto ciò non potrebbe contribuire a
migliorare la riforma liturgica, che, stando a quanto ha detto il Cardinale è
stata “
intrapresa
troppo frettolosamente e spesso limitata all’esteriorità
“?

Possibile che, con tanti problemi
ecclesiali da fronteggiare, dobbiamo dare grande importanza a questioni liturgiche?
Stando alle parole del Cardinale, secondo cui “
La crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende
in gran parte dal crollo della liturgia
“,
sembra propio di sí.



Il Card. Ratzinger racconta di essere rimasto “
sbigottito per il divieto del messale antico, dal
momento che una cosa simile non si era mai verificata in tutta la storia della liturgia.
Si diede l’impressione che questo fosse del tutto normale
“.



Ma la Riforma liturgica non ha portato dei miglioramenti? Sí, ma… “
Non c’è alcun dubbio
che questo nuovo messale comportasse in molte sue parti degli autentici miglioramenti
e un reale arricchimento, ma il fatto che esso sia stato presentato come un edificio
nuovo, contrapposto a quello che si era formato lungo la storia, che si vietasse
quest’ultimo e si facesse in qualche modo apparire la liturgia non più come
un processo vitale, ma come un prodotto di erudizione specialistica e di competenza
giuridica, ha comportato per noi dei danni estremamente gravi. In questo modo, infatti,
si è sviluppata l’impressione che la liturgia sia “fatta”, che non
sia qualcosa che esiste prima di noi, qualcosa di “donato”, ma che dipenda
dalle nostre decisioni.




Queste pagine sono preziose per capire come la riforma di S.Pio V e quella di Paolo
VI siano di natura ben diverse e come non si possa dire che, come S.Pio V ha abolito
i messali precedenti, così ha fatto la riforma liturgica.

Non più un “nuovo clericalismo“, con il sacerdote iper-creativo
che si pone come centro della celebrazione; questi deve farsi da parte e lasciare
emergere
qualcosa di più grande
“,
allora si potrà vedere “
la
forza dirompente della tradizione non manipolabile
“.



Un semplice
ritorno all’antico non è una soluzione
“,
ma “
purtroppo
da noi c’è una tolleranza quasi illimitata per le modifiche spettacolari e
avventurose, mentre praticamente non ce n’è per l’antica liturgia. Così
siamo sicuramente su una strada sbagliata
“.

strettamente
correlato

“Spalle rivolte al popolo
nella celebrazione?” Si tratta di una impostazione sbagliata del problema: piuttosto
si deve parlare di orientamento dell’azione liturgica verso Cristo.











Così,
miei cari amici, vorrei esortarvi a non perdere la pazienza, a continuare ad essere
fiduciosi e ad attingere dalla liturgia la forza per rendere testimonianza al Signore
in questo nostro tempo.


Joseph
Ratzinger

(24/10/98)


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