Esame circa: OBBEDIENZA, DOCILITÀ, SOTTOMISSIONE

PRATICA
DELL’ESAME DI COSCIENZA









S.Teresa di Gesù Bambino


Sono
stata buona, oggi? Il Signore è contento di me?… E gli Angeli, mi voleranno
intorno?

(S.Teresina all’età di quattro anni, tutte le sere rivolgeva alla sorella
Paolina questa domanda)




III. ITINERARI DI ESAME PARTICOLARE SULLE VIRTÙ E BUONE ABITUDINI DA ACQUISTARE


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– OBBEDIENZA, DOCILITÀ, SOTTOMISSIONE


  • L’obbedienza
    è líanima della vita religiosa, condizione della sua forza e vitalità.

  • È
    la più evidente manifestazione del buono spirito, e il più sicuro controllo
    della santità: Non vi è strada che conduca più presto alla perfezione,
    quanto quella dell’obbedienza. S. IGNAZIO DI LOIOLA.

  • È
    molto più vantaggioso alla santità fare piccole cose per obbedienza,
    che fare cose più importanti di propria volontà. S. STANISLAO KOSTKA.

  • L’indocilità
    proviene da carenza di generosità per rinunziare alle proprie vedute o ai
    propri comodi e umori; rende infelici, anche nella vita religiosa, e fa perdere innumerevoli
    meriti.

  • Rare
    volte coloro che si tengono per sapienti, soffrono umilmente di essere retti dagli
    altri (III Imit. 7, 3).

  • Anche
    se sbaglia il superiore nel comandare, non sbaglia l’inferiore nell’obbedire. SUAREZ.

  • Chi
    procura di sottrarsi dallíobbedienza, si priva da se stesso della grazia (III Imit.
    13, 1).

  • L’obbedienza
    vale, da sola, più che tutte le virtù insieme. S. AGOSTINO (Tract.
    11 de obedient. et humil.).

  • Volete
    arricchirvi con poche spese di tutte le virtù! Praticate perfettamente l’obbedienza.
    S. M. MADDALENA DE’ PAZZI.

  • Líobbedienza
    dev’essere considerata come madre e sostegno di tutte le virtù. S. G. B. DE
    LA SALLE (Medit. 12; p, II).

  • Dolce
    è l’obbedienza, a chi ama quanto gli è comandato. S. LEONE MAGNO (Serm.
    in Apparit. Domin.
    ).

Indicazioni
per i vari esercizi



I ESERCIZIO

1. La
mia obbedienza di oggi, è stata sempre pronta e cordiale? (Mancanze).

2. Ho avuto l’intenzione di obbedire a Dio stesso, nell’eseguire tutte le disposizioni
di oggi?

3. Ho avuto cura di chiedere anche i più piccoli permessi?

4. Ho presentato le osservazioni opportune, con tono modesto e animo sottomesso?

5. Ho avuto la debolezza di operare di nascosto, o di usare raggiri, per indurre
i superiori ad accondiscendere a me?

6. Quante volte ho riflettuto seriamente che debbo considerare come perduto, dinanzi
a Dio, quanto non faccio per spirito di obbedienza? (Minimo di volte).

II
ESERCIZIO

1. Nelle
mie conversazioni, ho parlato dei Superiori con rispetto e gratitudine?

2. Quante volte ho ammesso nel mio spirito, pensieri sfavorevoli ai miei superiori
o alle disposizioni date?

3. Ho detto il mio parere, quando non era necessario, anche su Anziani o Superiori?

4. Ho mancato di rispetto a qualche Superiore; ho già riparato, chiedendo
perdono?

5. Ho contravvenuto, oggi, a qualche ordine o raccomandazione fatta in pubblico,
o a me in particolare?

6. Ho rinunciato ai miei gusti e alle mie occupazioni, al primo avviso dei Superiori?

III
ESERCIZIO

1. Quante
volte, oggi, ho avuto la delicatezza di prevenire i desideri di qualche mio Superiore?
(Occasioni perdute).

2. Ho saputo coprire eventuali imperfezioni, col manto dell’umiltà e della
carità?

3. Mi sono lamentato di essere ripreso, mentre ad altri non si fanno le stesse osservazioni?

4. Ho avuto la indelicatezza di rivelare ad altri, quanto qualche Superiore mi ha
detto o consigliato?

5. Ho ascoltato, con indifferenza o con disgusto, le istruzioni, i consigli, le disposizioni
dei Superiori, col pericolo di scandalizzare gli altri?

6. Ho pregato e offerto qualche sacrificio, oggi, per i miei Superiori?

IV
ESERCIZIO

1. In
ogni circostanza mi sono messo dalla parte dei Superiori? Ho reagito alle critiche
almeno col silenzio, o allontanandomi?

2. Ho turbato la serenità della casa, manifestando scontento per ordini, disposizioni,
avvertimenti?

3. Ho preferito seguire le idee di chi gode le mie simpatie, anziché le direttive
dei Superiori?

4. Ho approvato con un motto, un gesto, una occhiata, le critiche su disposizioni
date?

5. Coi miei esempi o con le mie parole, ho ispirato una diminuzione di stima e di
fiducia verso i Superiori?

6. Ho provocato qualche insubordinazione?

7. Quante volte ho chiesto a Gesù obbediente fino alla morte, una grande stima
per la santa virtù dell’obbedienza? (Minimo di volte da fissare).

ASPIRAZIONI

Doce
me fàcere voluntatem tuam, quia Deus meus es Tu. S. 142, 10, – Insegnami a
fare la tua volontà, perché Tu sei il mio Dio (500 g.; pl. mens.).

Dammi, o Signore, di conoscere e di fare la tua volontà. (300 g.).

Cor Jesu, usque ad mortem obediens factum, miserere nobis. LIT. S. CUORE DI GESÙ.

Joseph obedientissime, ora pro nobis. LIT. S. GIUSEPPE.

*
* *


Nostro
Signore aveva indicato una pratica di pietà a S. Margherita Maria Alacoque;
essa gli osservò; – Signore mio, Voi sapete che io non mi appartengo, e che
farò solo quanto mi ordinerà la mia Superiora…

– Ma io non la intendo altrimenti – replicò il Signor, – perché, pur
essendo onnipotente, non voglio nulla da te, che la dipendenza dalla tua Superiora.
Ascolta bene le mie parole: I religiosi disuniti e separati, dai loro Superiori debbono
considerare se stessi come vasi di riprovazione, nei quali il liquore delle buone
opere è guasto per corruzione.

Io rigetto queste anime dal mio Cuore; e più esse s’industriano di avvicinarsi
a me, coi sacramenti, con l’orazione e altri esercizi, più le respingo per
l’orrore che mi fanno…

Ogni superiore tiene il posto mio, sia egli dabbene o pravo; perciò, l’inferiore
che sta in urto con lui, si fa tante ferite mortali all’anima; e invano gemerà
alla porta della misericordia, perché non sarà ascoltato…

(Vie de la Sainte – II édit, – I volume; p. 89).










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