Esame circa: EGOISMO

PRATICA
DELL’ESAME DI COSCIENZA









S.Teresa di Gesù Bambino


Sono
stata buona, oggi? Il Signore è contento di me?… E gli Angeli, mi voleranno
intorno?

(S.Teresina all’età di quattro anni, tutte le sere rivolgeva alla sorella
Paolina questa domanda)




II. ITINERARI DI ESAME PARTICOLARE SUGLI OSTACOLI DA SUPERARE


4
– EGOISMO


Tutte
le forme di peccato si riducono a mettere io al posto di Dio; di qui il pericolo
dell’egoismo, che fa cercare avidamente ed esclusivamente il proprio interesse, a
detrimento degli altri. Occorre lottare contro questa brutta passione, cercando di
purificare i propri affetti e rettificare le intenzioni, nell’intento di elevare
l’anima, fino a sostituire all’amore di se quello di Dio e del prossimo.


Pensieri
da meditare:


  • S. Paolo:
    La carità non cerca il proprio interesse (1).

  • S. Agostino:
    Carità ed egoismo stanno in ragione inversa; non può darsi carità
    perfetta che sulla rovina totale del nostro io: Perfecta charitas,
    nulla cupiditas
    .

  • S. Gregorio:
    Lasciare i propri beni non è, forse, cosa molto difficile; la grande difficoltà
    sta nel lasciare se stesso (2).

  • Imitazione
    di G. C.: Nessuno è più ricco, nessuno più potente, nessuno
    più libero di colui che sa abbandonare se stesso e tutto, e mettersi nell’ultimo
    posto (3).

I
ESERCIZIO

1. Quante
volte ho saputo dimenticare me stesso, per pensare al benessere degli altri? (Occasioni
perdute).

2. Mi sono tirato indietro da un lavoro, o da un aiuto che potevo dare?

3. Ho lavorato in tutto, col pensiero a Dio, e non ai miei interessi?

4. Mi sono servito per il primo, o meglio degli altri?

5. Quante volte ho chiesto a Gesù lo spirito di sacrificio? (Minimo di volte
da fissare).

II
ESERCIZIO

1. Ho
preteso di non voler soffrire nulla dagli altri, e che gli altri sopportassero tutto
da me?

2. Nel soffrire qualche incomodo dagli altri, ho scusato le loro mancanze, o fatto
generosamente mostra di non accorgermene?

3. Conservo a mio uso esclusivo, oggetti o libri, che debbono stare a disposizione
di tutti?

4. Ho avuto in mira di rendere un servizio a Gesù, aiutando altri?

III
ESERCIZIO

1. Quante
volte ho detto o fatto qualcosa, per soddisfazione personale, invece di avere in
vista il gusto di Dio e il bene altrui?

2. Ho schivato qualche lavoro comune o supplementare?

3. Ho reso qualche servigio con tanta umiltà, da riuscire a dare l’impressione
di essere stato io, il beneficato?

4. Ho protestato più volte a Dio che lavoravo per Lui, e che sarei stato contento
di non ricevere nessun riconoscimento dagli uomini? (Minimo da fissare).

IV
ESERCIZIO

1. Non
provando alcun gusto sensibile, ho fatto ugualmente i miei doveri, con calma e umiltà
dinanzi a Dio?

2. Ho rifuggito dalla fatica, lasciandola agli altri, per non infastidire me?

3. Ho scelto per me ciò che v’era di peggiore: posto, sedia, libri, biancheria,
porzione al refettorio, lavoro da fare?

4. Oggi ho accettato tutti i sacrifici dei miei gusti e desideri, per qualche fine
di apostolato?

ASPIRAZIONI:

O mio
Gesù, Voi che siete la stessa carità, accendete nel mio cuore quel
fuoco divino che consuma i Santi e li trasforma in Voi!

Rivestitemi, o Signore dell’uomo nuovo, creato secondo Dio, nella giustizia e nella
santità.

Gran Dio, ti amo, ti voglio amar tanto! (S. Gemma Galgani)

O Maria, fac ut vivam in Deo, cum Deo et pro Deo.

PREGHIERA
PER CHIEDERE LA SANTA UMILTÀ


Umilissimo
Gesù che, per amor mio, vi siete annichilito e fatto obbediente fino alla
morte di croce e al nascondimento eucaristico, togliete dal mio cuore ogni senso
di alterigia, e fatemi parte della vostra umiltà.

Io sento desideri sfrenati di orgoglio e di ambizione. Donde mai procedono tali sentimenti
in me, che per i miei peccati ho meritato di essere calpestato eternamente dai demoni
nell’inferno? Come ho il coraggio di comparirvi davanti, e dirmi vostro seguace,
io che, pur carico di tanti peccati, sono si superbo, da non sapere sopportare una
leggera umiliazione, senza risentirmi amaramente?

Io lo comprendo, ora: i peccati che mi hanno reso ingrato verso di Voi, mi hanno
fatto pure superbo. Non ho saputo sopportare le umiliazioni, perché ho dimenticato
La mia ignominia e gli esempi mirabili della vostra vita; non ho saputo umiliarmi,
perché non ho saputo amarvi Merito ogni disprezzo, io che ho si spesso disprezzato
le vostre grazie!

O Gesù, vilipeso e oltraggiato dalla malizia umana, soccorrete con la pienezza
della vostra grazia, al disordine del mio orgoglio, e rendetemi realmente simile
a Voi, mite e umile di cuore, perché possa trovare la serenità
e il riposo all’anima mia.

Voi avete resi onorevoli e desiderabili i disprezzi, abbracciandoli volenterosamente
nella vostra vita. Ebbene, per Voi, per amor vostro, io risolvo di umiliarmi dinanzi
a tutti, di accettare bene, da ora innanzi, le noncuranze e i disprezzi che mi verranno
dagli uomini, e di cercare solo nel vostro sguardo le approvazioni a quanto intraprenderò
per la vostra gloria.

Vergine SS., la più umile delle creature, la più conforme al vostro
Divin Figlio, per i meriti delle vostre virtù, impetratemi la grazia di essere
umile e mite con tutti, a esempio di Gesù e vostro. Cosi sia.


(S.
ALFONSO)


UNO
SCOGLIO PERICOLOSO


L’incomparabile
Gesuita P. Lallemant diceva:



Molti uomini apostolici non fanno nulla puramente per Iddio. Essi cercano in
lutto se stessi, mischiando segretamente il proprio interesse alla gloria di Dio,
anche nelle opere migliori.

In tal modo trascorrono la vita in un miscuglio incessante di natura e di grazia.

Solo alla morte aprono gli occhi, vedono chiaramente le loro illusioni, e tremano
nell’avvicinarsi al tribunale di Dio.



NOTE

(1)
1 Cor
, 13,5.

(2) Greg, Hom.

(3) II Imit. , 11,5.











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