Direttorio pratico per l’adorazione eucaristica


DIRETTORIO
PRATICO PER L’ADORAZIONE

di San Pietro Giuliano Eymard
















Semper
vivens ad interpellandum pro nobis
(Hebr., 7, 25).

Il S.
Sacrificio è la preghiera pà sublime: in esso Gesù Cristo si
offre al suo Padre, lo adora, lo ringrazia, gli fa ammenda onorevole e lo supplica
per la sua Chiesa, per gli uomini suoi fratelli, e per i poveri peccatori.

Gesù Cristo continua ininterrottamente quest’augusta preghiera col suo stato
di vittima nell’Eucaristia: uniamoci alla preghiera di Nostro Signore, pregando,
a sua imitazione, coi quattro fini del S. Sacrificio: questa preghiera riassume tutta
la religione e comprende gli atti di tutte le virtù.



1. – L’ADORAZIONE



L’atto di adorazione eucaristica ha per oggetto divino l’eccellenza infinita di Gesù
Cristo, la quale di per sè è degna di ogni onore e gloria.

Unitevi dunque alle lodi della corte celeste, allorchè, prostrata ai piedi
dell’Agnello gli grida con profonda ammirazione: – «A Colui che sta assiso
sul trono, all’Agnello che è stato immolato, onore, gloria, ringraziamento,
potenza e divinità, nei secoli dei secoli!»

In unione coi ventiquattro seniori, che depongono ai piedi dell’Agnello l’omaggio
delle loro corone, umiliate ai piedi del Trono Eucaristico l’omaggio di tutta la
vostra persona, delle vostre facoltà, e delle vostre opere, e ditegli voi
pure: – «A te solo onore e gloria!»

Contemplate l’immensità dell’amore di Gesù, il quale istituisce, moltiplica
e perpetua la Divina Eucaristia fino alla fine del mondo; ammirate la sua sapienza
quale si è spiegata in questa divina invenzione, che stupisce gli Angeli;
lodate la sua potenza che ha trionfato di tutti gli ostacoli; esaltate la sua bontà,
che ne ha regolato tutti i doni.

Tripudiate in trasporti, di allegrezza e di amore, al pensare che siete proprio voi
lo scopo del più grande e del più santo dei Sacramenti; Gesù
Cristo infatti avrebbe fatto ugualmente per voi solo, ciò che ha fatto per
tutti gli uomini. Che amore!

Impotenti ad amare Gesù come egli merita, invocate il soccorso del vostro
Buon Angelo, il fedele compagno della vostra vita. Egli sarà ben lieto di
poter fare con voi quaggiù ciò che deve continuare eternamente con
voi nella gloria.

Adorate per mezzo della Chiesa questo Dio che Ella vi affida, affinchè voi
la rappresentiate ai suoi piedi.

Unitevi a tutte le adorazioni delle anime pie della terra, degli angeli e dei santi
del cielo; ma soprattutto a quelle di Maria e di Giuseppe, nel tempo della sua vita
terrena, quando essi unici possessori del Dio nascosto, costituivano tutta la sua
corte e tutta la sua famiglia.

Adorate Gesù per mezzo di Gesù stesso: è questa la più
perfetta adorazione; egli è Dio e Uomo, vostro salvatore e vostro fratello
ad un tempo.



2. – IL RINGRAZIAMENTO.



L’azione di grazia è per l’anima il più dolce atto di amore, il più
caro a Dio; è l’omaggio perfetto reso alla sua infinita bontà. L’Eucaristia
è essa stessa perfetta riconoscenza: «Eucharistia» significa
«azione di grazia». In essa Gesù rende grazie al suo Padre per
noi; si costituisce nostro ringraziamento.

Ringraziate dunque Dio perchè vi ha donato il suo Figlio, non soltanto come
Fratello nell’Incarnazione, come Maestro di verità, come Salvatore sulla Croce,
ma soprattutto come vostra Eucaristia, vostro pane di vita, il vostro Paradiso che
già comincia qui sulla terra.

Ringraziate lo Spirito Santo che continua a produrlo tutti i giorni sull’altare,
come già la prima volta nel seno verginale di Maria.

Ma il vostro ringraziamento ascenda verso il trono dell’Agnello, verso il Dio velato,quale
incenso di gradito odore, come la più bella armonia dell’anima vostra, come
il più uro e tenero amore del vostro cuore.

Ringraziate nell’umiltà del vostro cuore: come S.Elisabetta allorché
si trovò alla presenza di Maria e del Verbo Incarnato; ringraziate trasalendo,
come il Battista all’avvicinarsi del suo Divìn Maestro, come lui, nascosti
nel seno della sua Madre; ringraziatelo con la gioia e la generosità di Zaccheo,
quando accolse Gesù in visita nella sua casa; ringraziate con la S. Chiesa,
con tutta la Corte celeste. E affinchè la vostra azionedi grazia possa essere
continua, fatela come la si fa nel cielo: considerando la bellezza, la bontà
sempre antica e sempre nuova del Dio dell’Eucaristia, che rinasce continuamente sull’altare,
per amor vostro.

Contemplando il suo stato sacramentale, i sacrifici da lui sopportati dal Cenacolo
fino ai nostri giorni, le lotte che ha dovuto sostenere contro la propria gloria,
per abbassarsi fino all’annientamento, sacrificando la sua libertà, il suo
corpo, la sua stessa persona, e questo senza condizioni nè di tempo, nè
di luogo, ma bensì abbandonandosi – senza altra difesa all’infuori del suo
amore – all’amore non meno che all’odio degli uomini.

Alla considerazione di tanta bontà del Salvatore verso tutti gli uomini, e
specialmente verso di voi, giacchè voi lo possedete, rallegratevi in lui,
vivete di lui, dilatate il vostro cuore: il ringraziamento sgorghi da esso come una
fiamma che divampa da un fuoco ardente.

O che essa raggiunga il trono eucaristico, lo investa, si confonda con quel fuoco
divino, con la fiamma radiosa e divoratrice del Cuore di Gesù! O che queste
due fiamme si slancino verso il cielo, fino al trono di Dio Padre, che per voi diede
il suo Figliolo, nel quale voi ricevete tutta la Trinità Divina!



3. LA PROPIZIAZIONE.



Il ringraziamento dev’essere seguito da un’ammenda onorevole, dalla riparazione,
dalla propiziazione. Dalla gioia il vostro cuore deve passare alla tristezza, ai
gemiti, alle lacrime, al più profondo dolore considerando l’ingratitudine,
l’indifferema, l’empietà che la maggior parte degli uomini servano al Salvatore
nell’Eucaristia. Vedete come gli uomini dimenticano Gesù, dopo che lo hanno
amato ed adorato! Forse che Egli non è più amabile? Forse che ha cessato
di amarli? Oh! ingrati! Poichè è troppo amante essi non vogliono amarlo;
perchè è troppo buono, essi ricusano di riceverlo. Si è fatto
troppo piccolo, troppo umile: si è annichilito troppo, ed essi non vogliono
più vederlo, e lo fuggono, e cacciano via da sè la sua presenza e perfino
il. suo ricordo, che li importuna e li perseguita.

Per vendicarsi del suo sconfinato amore lo insultano, lo oltraggiano, lo rinnegano
non potendo ignorarlo: questo Padre così buono, questo Macitro così
mansueto.

Chiudono gli occhi allo splendore di questo sole di amore, per non vederlo affatto.
E tra questi ingrati vi sono pure delle vergini sacrileghe,dei sacerdoti indegni,
dei cuori apostati: serafini e cherubini decaduti.

Oh, il vostroo grande scopo, o adoratori, è questo: piangere ai piedi di Gesù
disprezzato dai suoi, crocifisso in tanti cuori, abbandonato in tanti luoghi: consolare
il cuore di questo Padre amoroso al quale il demonio suo nemico ha rapito i figli.
Prigioniero nell’Eucaristia, egli non può correre dietro alle sue pecorelle
smarrite, esposte alle zanne di rapaci.

La vostra missione è di domandare grazie per i colpevoli e di pagare il prezzo
del loro riscatto alla divina misericordia, che ha bisogno di cuori supplicanti.
Voi dovete diventare vittime di propiziazione in unione coli Gesù Salvatore,
il quale, non potendo più soffrire nel suo stato glorioso, soffrirà
in voi e per voi.



4 – LA SUPPLICA.



La supplica o impetrazione deve coronare la vostra adorazione, della quale è
in certo senso il trofeo glorioso: in essa è la forza e la potenza della preghiera
eucaristica. Non tutti posson predicare con la parola Gesù Cristo, nè
lavorare direttamente per la conversione dei peccatori e per la saritificazione delle
anime. Ma tutti gli adoratori hanno la missione di Maria ai piedi di Gesù,
la missione apostolica della preghiera, della preghiera eucaristica, tra gli splendori
del culto, ai piedi dei suo trono di grazia e di misericordia. Pregare, cioè’
glorificare l’infinita bontá di Dio, mettere in moto la divina misericordia,
rallegrare, dilatare l’amore di Dio verso la creatura, adempiendo la legge della
grazia, che consiste appunto nella preghiera. La preghiera è dunque la più
alta glorificazione di Dio da parte dell’uomo. La preghiera è la più
grande virtù, poichè tutte le virtù concorrono a prepararla
e a costituirla. È la fede che crede, la speranza che prega, la carità
che chiede per dare; è l’umiltà del cuore che compone la preghiera,
la confidenza che la pronuncia, la perseveranza, infine, che trionfa sullo stesso
Dio.

La preghiera eucaristica è ancor più eccellente: essa, come dardo infocato,
va diretta al cuore di Dio; fa lavorare, operare e rivivere Gesù nel suo Sacramento,
e toglie il freno alla sua potenza. L’adoratore fa assai di più: prega per
bocca di Gesù Cristo, lo mette sopra un trono di intercessione, presso l’Eterno
Padre, come divino avvocato dei fratelli che egli redense.

E perchè pregare? – Il fine comune e la regola della preghiera degli adoratori
dev’essere corripendiato in questa sentenza: «Venga il tuo regno; Adveniat
Regnum tuum!
»

Pregare affinchè la luce della verità di Gesù Cristo illumini
tutti gli uomini, e specialmente gli infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli scismatici:
domandare il loro ritorno alla vera fede, alla vera carità.

Pregare che venga il regno della santità di Gesù nei fedeli, nei religiosi,
nei sacerdoti, e che Egli viva in loro per mezzo dell’amore. Pregare soprattutto
per il Sommo Pontefice, secondo tutte le intenzioni del suocuore; per il Vescovo
locale, secondo tutti i desideri del suo zelo; per tutti i sacerdoti della, Diocesi,
affinchè Iddio benedica le loro fatiche apostoliche e li infiammi di zelo
per la sua gloria e di amore per la sua Chiesa.

Per variare le loro preghiere, gli adoratori potranno paiafrasare sia il «Pater
Noster» che è la preghiera del Signore, sia la bella preghiera che qui
riporto:



«Anima di Gesù, santificami,

Corpo di Gesù, salvami,

Cuore purissimo di Gesù, purificami, rischiarami, infiammami.

Sangue di Gesù, inebriami,

Sacra acqua del Costato di Gesù, lavami,

Passione di Gesù, fortificami,

Gesú, nascondimi nelle tue piaghe,

Non permettere ch’io mi separi giammai da te a causa del peccato,

Difendimi dal nemico maligno,

Nell’ora della mia morte

comandami di venire a te,

perché ti lodi eternamente

in unione con tutti i santi. Cosi sia».



Non si ritirino mai gli adoratori dalla presenza del loro Maestro Divino, senz’averlo
prima ringraziato dell’udienza d’amore che egli ha loro concessa.

Gli domandino perdono delle distrazioni delle irriverenze commesse e gli offrano
in omaggio di fedeltà, un fiore di virtù, un mazzetto di piccoli sacrifici.
Poi se ne partano pure di là, come se lasciassero il Cenacolo; come l’Angelo
che se ne va dal Trono di Dio per volare all’adempimento degli ordini ricevuti.






Testo tratto
da: B. Pietro Giuliano Eymard, La presenza reale, Roma 1947, pp. 12-20.