Storia delle apparizioni di Fatima (3ª parte)

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«Le
apparizioni e il messaggio di Fatima»

secondo i manoscritti
di suor Lucia

di ANTONIO
AUGUSTO BORRELLI MACHADO




II.
APPARIZIONI DELLA SANTISSIMA
VERGINE

(prima parte)

Al tempo delle
apparizioni della Madonna Lúcia de Jesus, Francisco e Jacinta Marto avevano
rispettivamente 10, 9 e 7 anni, essendo nati il 22 marzo 1907, l’11 giugno 1908 e
l’11 marzo 1910. I tre bambini, come abbiamo detto abitavano ad Aljustrel, frazione
della parrocchia di Fátima. Le apparizioni si svolsero in una piccola proprietà
dei genitori di Lucia, chiamata Cova da Iria, a due chilometri e mezzo da Fátima
sulla strada di Leiria. La Madonna appariva su un elce, o querciolo, alto un metro
o poco più. Francesco vedeva soltanto la Madonna e non la sentiva. Giacinta
vedeva e sentiva. Lucia vedeva, sentiva e parlava con la santissima Vergine. Le apparizioni
avvenivano attorno al mezzogiorno.



PRIMA APPARIZIONE: 13 MAGGIO 1917



I tre veggenti
giocavano alla Cova da Iria quando notarono due luci come lampi, dopo i quali videro
la Madre di Dio sull’elce. Era «una Signora tutta vestita di bianco più
splendente del sole, che diffondeva una luce più chiara e intensa di un bicchiere
di cristallo pieno di acqua pura attraversato dai raggi del sole più ardente

», descrive Lucia. II suo volto, indescrivibilmente bello, non
era «né triste né allegro, ma serio », con un tono
di dolce rimprovero. Le mani giunte, come per pregare, appoggiate sul petto e volte
verso l’alto. Dalla mano destra pendeva un rosario. Le vesti parevano fatte soltanto
di luce. La tunica era bianca, e bianco il mantello orlato d’oro, che copriva il
capo della Vergine e le scendeva ai piedi. Non Le si vedevano i capelli e le orecchie.
I tratti della fisionomia, Lucia non ha mai potuto descriverli, perché le
fu impossibile fissare il volto celestiale, che abbagliava. I veggenti erano così
vicini alla Madonna -più o meno a un metro e mezzo di distanza- che rimanevano
nella luce che La circondava, o che diffondeva. Il colloquio si svolse in questo
modo (
1):



LA MADONNA: “Non abbiate paura, non vi faccio del male”.



LUCIA: “Di dove è Vostra Signoria?”



LA MADONNA: “Sono del cielo”(e alzò la mano per indicare
il cielo).



LUCIA: “E cosa vuole da me Vostra Signoria?”



LA MADONNA: ‘ Sono venuta a chiedervi di venire qui per sei mesi di seguito
(
2), il 13, a questa stessa
ora. Poi vi dirò chi sono e che cosa voglio. Poi ritornerò ancora qui
una settima volta”
.



LUCIA: “E anch’io vado in cielo?”



LA MADONNA: “Sì, ci vai “.



LUCIA: “E Giacinta?”



LA MADONNA: “Anche lei”.



LUCIA: “E Francesco?”



LA MADONNA: “Anche lui, ma deve recitare molti rosari”.



LUCIA: “Maria das Neves è già in cielo?”



LA MADONNA: Sì, c’è già”.



LUCIA:“E Amelia?”



LA MADONNA: “Resterà in Purgatorio fino alla fine del mondo.

“Volete offrirvi a Dio, per sopportare tutte le sofferenze che vorrà
inviarvi, come atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e di supplica
per la conversione dei peccatori?”



LUCIA: “Sì vogliamo”.



LA MADONNA: “Andate, dunque, avrete molto da soffrire ma la grazia di
Dio sarà il vostro conforto”.



«Pronunciando queste ultime parole (la grazia di Dio ecc.) aprì
per la prima volta le mani, comunicandoci
-è suor Lucia che scrive-
una luce molto intensa, quasi un riflesso che usciva da esse che ci penetrava nel
petto e nel più intimo dell’anima, e faceva vedere noi a noi stessi in Dio,
che era questa luce, più chiaramente che se ci vedessimo nel migliore degli
specchi. Allora, per un impulso interiore anch’esso comunicatoci, cademmo in ginocchio
e ripetemmo interiormente: “O santissima Trinità, Vi adoro Mio Dio, mio
Dio, Vi amo nel santissimo Sacramento”.

«Passati i primi momenti, la Madonna aggiunse:

«-“Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace per
il mondo e la fine della guerra”.

«Poi -descrive suor Lucia- cominciò a elevarsi serenamente, salendo
verso oriente, fino a scomparire nell’immensità dell’orizzonte. La luce che
La circondava sembra va aprire una via in mezzo agli astri
» (
3).



SECONDA APPARIZIONE: 13 GIUGNO 1917



Prima della
seconda apparizione, i veggenti notarono di nuovo una luce, che chiamavano lampo,
ma che propriamente non lo era, bensì era il riflesso di una luce che si avvicinava.
Alcuni spettatori, che erano accorsi sul posto in numero di circa cinquanta, notarono
che la luce del sole si oscurò durante i minuti che seguirono l’inizio del
colloquio. Altri dissero che la cima dell’elce, coperta di germogli sembrò
curvarsi come sotto un peso, un momento prima ché Lucia parlasse. Durante
il colloquio della Madonna con i veggenti, alcuni udirono un sussurro simile al ronzio
di un’ape.



LUCIA: “Che cosa vuole da me Vostra Signoria?”



LA MADONNA: “Voglio che veniate qui il 13 del mese prossimo, che diciate
il rosario tutti i giorni, che impariate a leggere
(
4). Poi vi dirò che cosa voglio”.



Lucia chiese la guarigione di una persona malata.



LA MADONNA: “Se si converte, guarirà entro l’anno”.



LUCIA: “Vorrei chiederLe di portarci in cielo”.



LA MADONNA: “Sì Giacinta e Francesco li porto tra poco. Ma tu
resti qui ancora qualche tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere
e amare. Vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. A chi la
abbraccia, prometto la salvezza, e queste anime saranno amate da Dio come fiori posti
da Me ad adornare il suo trono”.



LUCIA: “Rimango qui sola?”



LA MADONNA: “No, figlia. E tu soffri molto? Non scoraggiarti. Non ti
lascerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che
ti condurrà a Dio”.



«Nel momento in cui disse queste ultime parole -racconta suor Lucia-
aprì le mani e ci comunicò per la seconda volta il riflesso di quella
immensa luce. In essa eravamo come sommersi in Dio. Giacinta e Francesco sembravano
essere nella parte di questa luce che si elevava verso il cielo e io in quella che
si diffondeva sulla terra. Di fronte alla palma della mano destra della Madonna stava
un Cuore circondato da spine che parevano conficcate in esso. Comprendemmo che era
il Cuore Immacolato di Maria oltraggiato dai peccati dell’umanità, che voleva
riparazione
» (
5).



Quando svanì questa visione, la Signora, ancora avvolta nella luce che Lei
stessa irradiava, si alzò dall’arbusto senza sforzo, dolcemente, in direzione
di oriente, fino a scomparire completamente. Alcune persone più vicine notarono
che i germogli della cima dell’elce si erano piegati nella stessa direzione, come
se le vesti della Signora li avessero trascinati. Soltanto alcune ore più
tardi ripresero la loro posizione naturale (
6).





(1) Rispondendo a una domanda di Walsh nel colloquio a lui concesso,
se, riferendo le parole dell’Angelo e della Madonna, aveva ripetuto le parole esatte
udite, o aveva dato soltanto il senso generale, suor Lucia dichiarò:

«Le parole dell’Angelo erano di una intensità e di una forza preponderante,
una realtà soprannaturale, tali da non poter essere dimenticate. Sembrava
che mi si incidessero esattamente ed indelebilmente nella memoria. Quanto alle parole
della Madonna, la cosa è differente. Non saprei essere sicura che ogni parola
sia esatta. Era piuttosto il senso che veniva a me, ed io misi in parole quello che
avevo capito. Non mi è tacile spiegare questa cosa
» (W. T. WALSH,
op. cit., p. 325).

Davanti alla difficoltà di tradurre in parole umane quanto aveva udito dalla
Madonna -come è comune in certi fenomeni mistici- suor Lucia mise sempre,
tuttavia, tutto l’impegno nel riprodurre parola per parola ciò che la santissima
Vergine le comunicò. Questo appare chiaro nell’interrogatorio al quale la
sottopose padre Iongen, e che di seguito riproduciamo:



«-“Volle
limitarsi, rivelando il segreto, a dare il senso di quello che la SS. Vergine le
disse, oppure citò le sue parole alla lettera?”

«-“Quando parlo delle apparizioni mi limito al significato delle
parole. Quando scrivo, invece, faccio attenzione a citare letteralmente. Per questo
volli scrivere il segreto parola per parola”
.

«-“E certa di aver conservato tutto a memoria?”

«-“Penso di sì”.

«-“Le parole del segreto furono pertanto rivelate secondo l’ordine
in cui le furono comunicate?”

«-» (G. DE MARCHI, op. cit., p. 383).



(2) I veggenti intesero sempre che l’ultima apparizione sarebbe stata
in ottobre, il che per altro fu loro esplicitamente detto nella apparizione di agosto.
I «sei mesi di seguito » includono, pertanto, la prima apparizione.
La settima, della quale si parla più avanti, è fuori dalla serie.





(3) Cfr. Memórias e Cartas da Irmã Lúcia,
cit., II, p. 126, IV, pp. 330 e 336, G. DE MARCHI op. cit., pp. 67-70,
W. T. WALSH Op. cit., pp. 85-87; L. G. DA FONSECA, op. cit.,
pp. 24-28; J. GALAMBA DE OLIVEIRA, op. cit., pp. 63-64.



(4)
Si è sempre inteso che l’ordine di imparare a leggere era soltanto per Lucia,
dal momento che gli altri veggenti dovevano essere portati in cielo entro breve tempo,
secondo la promessa della Madonna in questa stessa apparizione. Tuttavia, suor Lucia
scrive al plurale: «e che imparino a leggere », commettendo, tra
l’altro, un piccolo errore di redazione, perché passa nella stessa frase dalla
seconda alla terza persona plurale.



(5)
I veggenti mantennero il più stretto riserbo su quanto fu loro detto nella
apparizione del mese di giugno, a proposito della devozione al Cuore Immacolato di
Maria, giungendo anche a dichiarare che la Madonna aveva loro rivelato un segreto.
Nelle sue Memórias, suor Lucia spiega che la santissima Vergine non
chiese loro propriamente il segreto su questo punto. «Ma sentivamo che Dio
ci spingeva a questo »,
aggiunge la veggente (Memórias e Cartas
da Irma Lúcia,
cit., IV, p. 336).





(6)
Cfr. Memórias e Cartas da Irma Lúcia, cit., II, p. 130; IV,
pp. 334 e 336, p. 400; G. DE MARCHI, op. cit., pp. 91-94; W. T. WALSH op.
cit
., pp. 109-111; L. D. DA FONSECA, op. cit., pp. 37-38; J. GALAMBA DE
OLIVEIRA, op. cit., p. 70.


da Antonio
A. Borelli Machado, Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i manoscritti
di suor Lucia
, Piacenza: Cristianità, 1977; pp. 19-63.






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