Le promesse del S. Cuore (1ª parte)

Che cosa ha
chiesto e che cosa ha promesso Gesù a Paray-le-Monial















Santa Margherita Maria
Alacoque in abito di Visitandina







I PARTE






INDICE*


CHI È
S. MARGHERITA MARIA ALACOCQUE

DIO HA
PROMESSO ED È SEMPRE IL “DIO FEDELE”

LE
PROMESSE DI PARAY-LE-MONIAL: NECESSARIE DISTINZIONI

LE
DODICI PROMESSE”

IMPEGNI FORMALI

PROMESSE ED ESIGENZE – NON FORMULE MAGICHE MA
RICHIAMI EVANGELICI

IL CARISMA DI MARGHERITA

CAMMINO RADIOSO


ATTIRERÒ
TUTTI A ME













Dall’abisso
profondo del mio nulla mi prostro davanti a te sacratissimo e divinissimo Cuore adorabile
di Gesù per rendere tutto l’omaggio di amore di lode e di adorazione di cui
sono capace

Suor Margherita
Maria Alacoque





Uno scritto autografo di Santa
Margherita Maria Alacoquedel quale è riportata la traduzione.






CHI
È S. MARGHERITA MARIA ALACOCQUE


Margherita -figlia di Claudio
Alacoque e di Filiberta Lamyn, ambedue ferventi cristiani e di agiata condizione
economica- nacque a Lautecour, in Francia (nell’attuale dipartimento di Saone e Loira),
il 22 luglio 1647.

Il Tabernacolo della chiesa davanti al quale S. Margherita Maria, ancora fanciulla
passava lunghe ore in adorazione del suo Signore.

Scelta per compiere un’altissima missione nella Chiesa, Gesù mostrò
la sua predilezione verso di lei prendendone speciale cura fin dall’infanzia. Ciò
spiega l’avversione che la piccola Margherita sentiva contro ogni cosa che sembrasse
offesa di Dio -il suo voto di verginità all’età di 4 anni, senza intendere
il pieno significato -la sua attrazione verso la preghiera, il ritiro e il silenzio,
non ostante la sua indole vivacissima -il suo amore verso l’Eucarestia -il suo interessamento
dei poveri e sofferenti, dei quali cercava di alleviare le pene con ogni mezzo a
sua disposizione.Perduto il padre ancora in tenera età (aveva 8 anni), venne
a trovarsi, insieme alla mamma, alle dipendenze di certi suoi parenti egoisti ed
esosi, i quali, con i continui e molteplici maltrattamenti le procurarono grandi
sofferenze, in aggiunta alle malattie da cui era spesso colpita e alle penitenze
che vi aggiungeva di suo.









Il Tabernacolo della chiesa davanti
al quale S. Margherita Maria, ancora fanciulla passava lunghe ore in adorazione del
suo Signore.


Tutto però Margherita
sopportava con pazienza e in atteggiamento di rispetto e di benevolenza verso i persecutori
suoi e della mamma.Fatta grandicella cedette alquanto alle attrattive della società
che la circondava e che la sua posizione economica le permetteva di frequentare:
ricevimenti, festicciole, ricercatezza nei vestiti ecc., senza peraltro incorrere
in colpe di rilievo.

Ma, ciò che poteva darsi come naturale e scontato in qualsiasi altra ragazza,
non era ammissibile in lei, chiamata ad essere soltanto del Signore. Perciò
ne fu severamente ripresa da Gesù stesso e ricondotta alla vita semplice e
fervorosa di prima.

Nel 1669, a 22 anni, ricevette il sacramento della Cresima, che non poté ricevere
prima per mancanza di chi glielo amministrasse. Fu in questa occasione che prese
anche il nome di Maria, in onore alla Madonna di cui fu per tutta la vita ferventissima
confidente.

Intanto, la mamma e i più stretti parenti pensavano alla sua sistemazione
con proposte concrete di matrimonio. La cosa, sul principio, non dispiacque a Margherita;
ma dopo qualche tentennamento, rifiutò decisamente tali proposte e fece conoscere
la sua risoluzione irreversibile di farsi religiosa.Superate le difficoltà
-specialmente da parte della mamma- seguì l’indicazione espressa del Signore
di entrare nell’Ordine della Visitazione (fondato da S. Francesco di Sales e da S.
Giovanna Fremiot di Chantal) e il 20 giugno 1671, -a 24 anni, dunque-, entrò
nel monastero di S. Maria di Paray-le-Monial, distante circa 30 km da Lautecour.
Nel monastero di Paray-le-Monial Margherita Maria visse 19 anni; fino alla morte,
avvenuta il 17 ottobre dell’anno 1690, a 43 anni di età.











Paray-le-Monial. Monastero della
Visitazione. Cortile interno e chiostro. La quinta finestra da destra (segnata con
un puntino nero) e quella della cella di Santa Margherita Maria.





CHE
COSA HA CHIESTO, CHE COSA HA PRO MESSO GESÙ A PARAY-LE- MONIAL?


Se la devozione al S. Cuore
ha avuto nella vita della Chiesa una fioritura confortante per lunghi anni, buona
parte del suo successo è dovuto alla grande diffusione delle “promesse”
fatte da Gesù nostro Signore a S. Margherita.

Così al contrario, se oggi al culto al Cuore di Gesù registra una certa
disaffezione e, talvolta è addirittura discreditata, lo si deve ancora a queste
promesse, giudicate da molti superstizione e accusate di favorire una devozione interessata
e utilitaristica.

Purtroppo il testo delle promesse, semplificato, ridotto a brevi formule, staccato
dal contesto storico e teologico è stato pubblicizzato a forma di slogans,
senza spiegazioni in mezzo al popolo cristiano, come si trattasse di tante ricette
facili, destinate ad ottenere le grazie a colpo sicuro.

Si fanno sperare risultati prodigiosi senza sottolineare impegnative condizioni richieste
da Cristo stesso.

L’imprecisione teologica poi, in cui è stata lasciata per qualche tempo da
alcuni la vera natura del culto al Cuore di Cristo, permette ai più di credere
che tutto si riduce ad un sentimentalismo facile o tutt’al più ad alcune pratiche
esteriori. Il culto al S. Cuore è invece un’autentica scuola di santità,
esige una profonda rieducazione del cuore, suppone una riforma di sentimenti, mettendoli
all’unisono con il Cuore del Salvatore.

Ora da molti non fu presentato certo così, per cui non può sorprendere
il fatto che i cristiani seri di oggi, alla ricerca di un cristianesimo forte e genuino,
rigettino questa spiritualità percepita come sentimentale e utilitaristica.
Purtroppo la presentazione troppo schematica delle promesse di Paray-le-Monial ha
dato pretesto a questo. Esse non sono bacchette magiche, formule miracolistiche a
portata di mano, per avere la soluzione di difficoltà, per ottenere garanzia
di successi terreni e apostolici, sia pure la santità o la vita eterna, ma
un richiamo ad una vita cristiana più seria e più robusta.

Sarà perciò opportuna, anzi necessaria, una nuova lettura delle
promesse, traendo dalle promesse di S. Margherita Alacoque, i testi originali, autentici,
in cui essa ci testimonia i favori, le grazie che Cristo riserva a quelli che seriamente
e sinceramente onorano e glorificano il suo Cuore.

D’altra parte un confronto attento con la parola di Dio nella Bibbia insegna che
nel corso della storia di Israele, nelle sue svariate vicende, Dio incessantemente
promette al suo popolo benefici e ricompense a patto che gli resti fedele. E’ quindi
in relazione alla pedagogia divina, a quest’arte usata da Dio con il suo popolo,
che si potrà cogliere il senso e la portata delle promesse di Paray- le-Monial.

DIO
HA PROMESSO ED È SEMPRE IL “DIO FEDELE”

Gli Atti degli Apostoli
raccontano che S Paolo arrivato ad Antiochia di Pisidia andò alla sinagoga
dove i capi lo invitarono a dire al popolo alcune parole di incoraggiamento.

L’Apostolo ne approfittò per annunciare Gesù morto e risorto e tra
l’altro dichiarò: “Dio ha compiuto le promesse fatte ai nostri Padri
a favore nostro e dei nostri figli” (
1). Così, sempre secondo S.
Paolo, è in Cristo Gesù, che si sono realizzate le promesse, fatte
ai Patriarchi (
2), promesse, che fondarono e coltivarono
nel corso dei secoli la speranza del popolo di Dio.

Pedagogia
divina.

Nella Sacra Scrittura si
legge la narrazione dell’alleanza che Dio sancisce con Noè, con Abramo, con
Mosè, patti che impegnano Dio con gli uomini e questi con Dio. Tutta la storia
del popolo ebraico sarà una storia di vicissitudini dell’alleanza conclusa
con il Signore. In ogni narrazione balza evidente uno schema quasi invariabile:



-un ordine dato dal Signore;

-la promessa di una ricompensa;

-un segno che garantisce l’esecuzione delle parole di Dio (arcobaleno; il figlio
Isacco, la liberazione);

-l’intenzione divina di favorire non una singola persona ma una collettività,
meglio ancora l’umanità intera.

Con l’alleanza nuova ed
eterna scompare l’antica; Cristo è il mediatore, il garante di un’alleanza
migliore della precedente. Dio si obbliga ad introdurre i veri israeliti, cioè
i fedeli, nella eredità del cielo che è la vera terra dei viventi,
a condizione che essi osservino la legge.

Perché siano fedeli Egli comunica la sua grazia. La lettera agli Ebrei dichiara
che -secondo la formale promessa di Dio- noi riceveremo il possesso di un regno indistruttibile,
l’eredità eterna (
3), a condizione di rendergli un
culto a lui gradito. “Così, poiché noi riceviamo in possesso un
segno incrollabile, conserviamo questa grazia e rendiamo a Dio un culto che gli sia
gradito con riverenza e timore; perché il nostro Dio è fuoco che divora”
(
4).

Di questo nuovo testamento Dio ci dà un segno: la sua grazia e ci dona
un pegno: la venuta dello Spirito Santo (
5). Così in forza dello Spirito
Santo che abita nei cuori (
6), i cristiani diventano i beneficiari
della promessa (
7), alla maniera di Isacco (8). Quanto a Dio poi, che ci ha chiamati – ricorda
S. Paolo — è un “Dio fedele, assai potente per mantenere quanto ha promesso”
(
9). Egli realizza sempre quanto ha detto.

Il Cuore
trafitto centro dell’alleanza nuova ed eterna.

In questo contesto si rivela
l’importanza centrale della trasfissione del Cuore di Gesù nella Croce. Il
soldato — dice S. Giovanni-con la lancia gli colpì il fianco e subito uscì
sangue ed acqua (
10). Ora è con questo Sangue
che Cristo, Sommo Sacerdote, mediatore della nostra salvezza, entrerà una
volta per sempre nel Santuario (del cielo), Sangue capace di purificare le nostre
coscienze dalle loro morte opere perché rendiamo un culto al Dio vivente.
E l’acqua significa lo Spirito Santo — come Gesù aveva predetto — dichiarando:
“Dal Suo seno sgorgheranno fiumi di acqua viva…”, S. Giovanni nota, parlava
dello Spirito che dovevano ricevere coloro che avrebbero creduto in Lui (
11).

Così il Cuore trafitto di Cristo appare come il centro stesso dell’alleanza
nuova ed eterna, ne è l’arca, in qualche modo il Santuario. Sigillo di questo
nuovo testamento è il Sangue di Cristo che sancisce il patto ed il pegno della
promessa, è lo Spirito Santo donato al nuovo popolo di Dio, cioè alla
Chiesa, per istruirla vivificarla e consolarla.

Ogni promessa divina si inserisce quindi nel contesto del patto tra Dio e il suo
popolo, alleanza che, sebbene conclusa, non sarà mai attuata totalmente, ma
resterà aperta fino alla fine del mondo. Dio con i suoi interventi, con gli
appelli della Chiesa, con i richiami di mistici e di santi, ricorderà agli
uomini queste meravigliose realtà rinnovando le domande e richiamando gli
impegni e le condizioni.









San Claudio de la Colombière,
confessore della santa, che riconobbe l’origine soprannaturale delle manifestazioni
del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria.


LE
PROMESSE DI PARAY-LE-MONIAL: NECESSARIE DISTINZIONI



Le promesse di Paray-le-Monial si pongono in questa linea, sono illuminate nella
prospettiva della nuova alleanza che gli uomini devono ricordare, rispettare ed eseguire.
Leggendo gli scritti di S. Margherita Maria, le memorie dei contemporanei, si nota
che il Signore ha moltiplicato le promesse in favore della santa stessa, di qualche
persona in relazione con lei, di alcune comunità particolari e di tutti i
cristiani.

Per Margherita
Maria

Il Signore s’impegna di
farle gustare durante il suo noviziato ciò che c’è di più dolce
nella soavità del Suo amore, di gratificarla della Sua abituale presenza (
12), di ispirare ai Superiori ciò che sarebbe
più conforme alla più grande gloria di Dio e ai suoi disegni su di
lei (
13), di non privarla mai della Sua
divina presenza (
14), di adattare i suoi doni straordinari
alle regole dell’Istituto e alla sua personale debolezza (
15)
e come segno dell’autenticità delle sue asserzioni compie la guarigione prodigiosa
della piaga che si era formata sul suo petto, per avere inciso il nome di Gesù
(
16).

Per persone singole



Madre Mellin
in ricompensa di quanto ha fatto per il S. Cuore, avrà in
dono la grazia di morire compiendo un atto di puro amore (
17).
Madre de Saumaise, che ha faticato molto per il culto del Cuore di Gesù,
avrà il suo nome scritto a caratteri d’oro incancellabilmente nel Suo Cuore
(
18). Alla prima persona che farà l’immagine
del Cuore di Gesù
, viene promessa la santità e salvezza eterna
(
19).A P. Croiset, l’apostolo infaticabile del
S. Cuore, promette: “Egli vi sosterrà e non vi farà mancare nessun
mezzo necessario” (
20), “i tesori del Suo Cuore
vi sono aperti, Egli ve li farà attingere abbondantemente e ve li elargirà
a profusione” (
21).

Per comunità
particolari



La comunità delle Visitandine di Semur dà grande onore al
Cuore di Gesù, perciò le è riservato un tesoro di grazie e santità
(
22). Soprattutto i Padri della Compagnia di Gesù
beneficeranno dei favori soprannaturali straordinari. “Nella misura in cui Gli
faranno piacere (diffondendo questo culto), il Cuore divino, sorgente di benedizioni
e grazie, le diffonderà tanto abbondantemente sui loro ministeri che riceveranno,
oltre alla santificazione personale, un risultato superiore alle loro fatiche e aspettative”
(
23). Promette inoltre di trasmettere sulle loro parole
l’unzione del Suo amore con grazie tanto efficaci che esse saranno come una spada
tagliente, penetreranno i cuori dei più ostinati e induriti peccatori per
farne sgorgare una vera penitenza che purifica e santifica le anime (
24).

Benché queste promesse siano rivolte a persone o gruppi specifici e non rientrino
nella categoria delle dodici promesse di Paray-le-Monial indirizzate invece a tutti,
è bene conoscerle per coglierne uno stile e uno spirito.

Per tutti
i cristiani



S. Margherita ha ricevuto da Gesù il compito di trasmettere agli uomini
alcune “promesse” che Egli Le aveva confidato per il bene di tutti gli
uomini e per la crescita spirituale di tutta la Chiesa.

Siccome questi “ordini” del Cuore di Gesù si ripeterono con frequenza
nei diversi fatti mistici della santa, si sono rivelati credibili.

Non si tratta di un episodio sporadico, isolato ma di un lungo elenco di rivelazioni
eccezionali per un misterioso piano di salvezza.

D’altra parte Margherita così riservata ed umile fu spinta a parlare con energia
e franchezza impressionante -nonostante numerose opposizioni delle consorelle, perfino
delle stesse superiore-, così che la Chiesa se ne interessò facendone
un severo controllo teologico e ne diede un giudizio favorevole.



LE DODICI PROMESSE”



Secondo la prima antica lettura



1. Darò loro (alle persone devote del mio cuore) tutte le grazie necessarie
al loro stato. 2. Metterò la pace nelle loro famiglie. 3. Le consolerò
in tutte le loro afflizioni.4. Sarò il loro rifugio in vita e soprattutto
nella loro morte.

5. Benedirò le loro imprese.

6. I peccatori troveranno misericordia.

7. I tiepidi diventeranno ferventi.

8. I ferventi saliranno presto a grande perfezione.

9. Benedirò il luogo dove l’immagine del mio Cuore sarà esposta e onorata.

10. Darò loro le grazie di toccare i cuori più duri.

11. Le persone che propagano questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio
Cuore e non sarà mai cancellato.

12. Io prometto nell’eccesso grande di misericordia del mio Cuore che il suo amore
onnipotente accorderà a tutti coloro che si comunicheranno il primo venerdì
del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale e non morranno
in mia disgrazia né senza ricevere i loro sacramenti e il mio Cuore sarà
per essi un asilo sicuro negli ultimi momenti (
25).



Il catalogo è stato compilato da un autore ignoto, però le espressioni
si ritrovano negli scritti di S.Margherita Maria che nelle sue lettere indirizzate
a diverse persone scrive in nome di Gesù per tutti i cristiani.

Le “promesse” fatte da Gesù a questa grande mistica si potrebbero elencare
anche diversamente secondo altri criteri:


  • per coloro che lavorano
    per la salvezza delle anime (
    26)
  • per le comunità
    (
    27)
  • per le persone secolari
    (
    28)
  • per le case in cui
    l’immagine del S. Cuore sarà esposta e onorata (
    29)
  • in favore di coloro
    che s’impegneranno per la gloria del Suo Cuore (
    30)
  • per tutti i devoti
    e consacrati al Suo Cuore (
    31)
  • per coloro che si comunicheranno
    per nove primi venerdì consecutivi, assicurando la grazia della penitenza
    finale (
    32)
  • per infondere la sicurezza
    della vittoria del Suo Cuore a coloro che si affaticano per la dilatazione del Suo
    Regno (
    33).



Diversità di enunciati



Volendo fare una lettura critica delle “promesse di Paray”, si nota
una diversità di stile: per la 12a promessa la santa riporta Gesù
che parla in prima persona e dice: “Io ti prometto nell’eccessiva sconfinata
misericordia del mio Cuore”. Per le altre S. Margherita fa un discorso indiretto
e scrive: “Egli mi ha confermato, mi ha fatto conoscere”.

La formulazione tradizionale deve essere illuminata dal contesto degli scritti in
cui la confidente del Cuore di Gesù esprime più chiaramente il suo
pensiero. Certamente S. Margherita merita fiducia, sia per la straordinaria sua santità
personale, sia per la ricchezza di doni di cui Gesù l’ha favorita, sia per
l’umiltà con cui si presenta. Spesso dice: “se non m’inganno”, espressione
questa che è indicativa non di un dubbio del suo spirito, ma della sua umiltà.

Nel catalogo delle promesse il linguaggio è immediato, incisivo, spesso forte,
tale da colpire l’immaginazione e suscitar subito l’attenzione. E’ Gesù che
parla: “Io consolerò, io darò le grazie, io benedirò…”;
mentre negli scritti della santa l’enunciato è talvolta sfumato.

Qualcuno oggi sarebbe portato a pensare che questa forma di proporre tradisca, amplifichi,
esageri il messaggio. Cosa pensare? Se si tiene conto che S. Margherita è
una creatura tutta di grazia, è la confidente del Cuore di Gesù, la
testimone fedele delle sue rivelazioni a vantaggio di tutta la Chiesa, si dovrebbe
dare una piena adesione al suo messaggio sia quando fa il discorso diretto come quando
introduce quello indiretto.

La prima,
la terza, la quinta promessa.

Queste tre promesse: “darò
tutte le grazie necessarie al loro stato; le consolerò nelle loro pene; effonderò
abbondanti benedizioni in tutte le loro imprese”, sono state ricavate dalle
lettere di S. Margherita al suo Direttore (senza dubbio il Beato Claudio de la Colombière).

Ecco il testo: “Fate
in modo che -soprattutto le persone religiose- abbraccino questa devozione, perché
esse ne trarranno tanti aiuti. Non c’è altro mezzo per ristabilire il primo
fervore e la più esatta regolarità nelle comunità, anche meno
osservanti, e per portare all’apice della perfezione quelle che vivono nella più
grande regolarità. Per le persone secolari: esse troveranno per mezzo di questa
amabile devozione, tutti i soccorsi necessari al loro stato, cioè:

– la pace nelle loro
famiglie;

– il sollievo nelle loro fatiche;

– la benedizione del cielo in tutte le loro imprese

– la consolazione nelle loro miserie;

– ed è propriamente in questo S. Cuore che troveranno un luogo di rifugio
in tutta la loro vita, principalmente nell’ora della morte.

Come è dolce morire
dopo di aver avuto una tenera e costante devozione al Cuore di Gesù! ”
(
34).

Alcuni pensano che queste
espressioni belle e commoventi si potrebbero definire promesse di S. Margherita piuttosto
che di Gesù, ma a torto, essendo la più fedele interprete del pensiero
di Gesù e la più autorevole trasmettitrice del suo messaggio alla Chiesa.





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NOTE


(1) Atti 15, 32.

(2) Cf. Rm 15,8.

(3) Eb 9,11.

(4) Eb 12, 28.

(5) Rm 8, 25.

(6) Rm 5,5.

(7) Rm 9,8.

(8) Gal 4,20.

(9) Rm 4, 21.

(10) Gv 19, 34.

(11) Gv 7,35.


(12) Gauthey, Vie et oeuvres de Sainte MargueriteM., publication
de la Visitation de Paray, ed. 1920 in 3 volumes, lettre 133, vol 2, pag. 288.

(13) Ibidem, p. 228

(14) Ibidem, p. 118

(15) Ibidem, p. 565

(16) Ibidem, p. 110

(17) Ibidem, p. 254

(18) Lettres 41 e 89, Ibidem, p. 306, 408.

(19) Lettre 35, Ibidem, p. 297.

(20) Lettre 131, Ibidem, p. 530.

(21) Lettre 132, Ibidem, p. 559-60.

(22) Lettre 113, Ibidem, p. 481.

(23) Lettre 89, Ibidem, p. 407

(24) Ibidem, p. 439 e 458.

(25)Lettre 86, Ibidem, vol. 1, p. 261, vol. 2, p.
397.

(26)Ibidem, vol. 1, p. 275, vol. 2, p. 627.

(27) Ibidem, vol. 2, p. 300.

(28)Ibidem, vol. 2, pag. 627 e vol. 1, pag. 275

(29)Ibidem, vol. 2, pag. 572-573 e 296.

(30)Ibidem, vol. 2, pag. 396.

(31) Ibidem, vol. 2, pag. 300.

(32)Ibidem, vol. 2, pag. 397 e vol. 1, pag. 261.

(33) Ibidem, vol. 2, pag. 436 e 480.

(34) Lettre 141, Ibidem, vol. 1, pag. 275.

Tratto
da P. G
IORGIO BETTAN S.J.,Che
cosa ha chiesto e che cosa ha promesso Gesù a Paray-le-Monial
, Pessano:
Mimep Docete, s.d.





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