Il Padre Nostro davanti al Gesù Sacramentato


IL
PATER NOSTER

di San Pietro Giuliano Eymard
















Quodcumque
petieritis Patrem in nomine meo,

hoc faciam, ut glorificetur Pater in Filio
(Joan., 14, 13)



1. – Padre nostro che sei nei Cieli – nei cieli eucaristici. A te che siedi
su un trono di amore e di grazia, benedizione, onore e gloria, e potenza nei secoli
dei secoli!

2. – Sia santificato il tuo nome – in noi; nello spirito della tua umiltà,
obbedienza e carità. Affinchè, umili e devoti noi stessi, possiamo
farti conoscere, adorare ed amare liella Eucaristia!

3. – Venga il tuo regno – eucaristico. Regna tu solo in eterno, sopra di noi,
coll’impero del tuo amore, col trionfo delle tue virtù, col dono della grazia,
della vocazione eucaristica, per la tua maggior gloria.

Da’ a noi la grazia e la missione del tuo santo amore, affinchè, capaci di
predicare, di estendere, e di diffondere ovunque il tuo regno eucaristico, adempiamo
il tuo desiderio espresso nelle parole: «Sono venuto a portare il fuoco sulla
terra, e che cosa desidero se non che si accenda?» Oh! se noi pure fossimo
degli incendiari di questo fuoco celeste!

4 – Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. –
Rendici lieti di volere te solo, di desiderare te solo, di pensare te solamente.
Noi vogliamo rinnegare noi stessi sempre e in tutto, affinchè l’esempio della
tua santa ebbedienza, benepiacente e perfetta, sia per noi luce e vita. – Quanto
poi allo stato e al progresso della nostra società, io voglio ciò che
tu vuoi, come tu lo vuoi, nei limiti che tu vuoi. Periscano i nostri pensieri e i
nostri desideri, se non vengono da te, verso di te, in te.

5. – Dacci oggi il nostro pane quotidiano. O Signore Gesù, che con
la manna nutristi quotidianamente il tuo Popolo, tu che volesti essere la sola e
totale eredità dei Leviti, ed affidasti agli Apostoli il legato della tua
povertà divina, noi eleggiamo, e vogliamo te per unico ed universale nostro
provveditore ed economo. Tu solo sei cibo e vestimento, tesoro e gloria, farmaco
nella malattia, difesa contro i nostri nemici.

Promettiamo di non accettare e non desiderare affatto l’amicizia del mondo; tu sarai
il nostro tutto, e gli uomini per noi saranno un nulla, da essi ci aspettiamo soltanto
l’oblio e la croce.

6. – E rimetti a noi i nostri debiti. – Perdona, o Signore Gesù, i
peccati della mia gioventù; perdonami i peccati commessi in una vocazione
così santa affinchè mi possa avvicinare cori cuore puro e coscienza
tranquilla al tuo sacro altare, possa servirti nella santità e meriti di lodarti
con gli Angeli e coi Santi. – Perdona i delitti cominessi contro di noi, non fare
vendetta di quei che ci combattono, ci calunniano e ci perseguitano; ricambia loro
bene per male, grazia per delitto, amore per odio.

Come noi li rimettiamo ai nostri debitori. – Di tutto cuore, con carità
vera: con tutta la mente, con infantile semplicità; con tutta la volontà;
noi desideriamo e nel tuo amore auguriamo loro ogni bene, come lo desideriamo per
noi stessi.

7. – E non ci indurre in tentazione. – Allontana dalla tua famiglia eucaristica
le vocazioni false, le fraudolenti, le non rette. Che nessun superbo o ambizioso,
nessun tipo duro o iracondo sia giammai a capo di questa umile e povera famiglia.
Non lasciare che cada in preda a bestie immonde e perverse l’anima di chi confida
in te. Conserva la tua società immune da qualsiasi scandalo, vergine da ogni
vizio; libera da legami servili col secolo, e che goda di servirti nella santità,
nella libertà, in pace e senza inquietudini.

8. – Ma liberaci dal male. – Liberaci dal demonio della superbia, della impurità
e della discordia, dalle cure e sollecitudini di questa vita, affinchè gioiosi
possiamo dedicarci completamente, noi e le nostre cose, al tuo servizio eucaristico
con cuore puro e con mente libera. Liberaci dai falsi fratelli affinchè non
opprimano la tua società ancora in fasce; dai sapienti di questo secolo, che
non abbiano ad inquinare il tuo spirito che è in noi; liberaci dagli uomini
dotti e superbi, affinché non provochino su di noi la tua ira e il tuo abbandono;
dagli effeminati, che non smorzino l’ardore della virtù e il vigore della
santa disciplina; dagli uomini doppi e incostanti, che non turbino la nostra semplicità.

9. Amen. – Io spero in te, o Signore; non sarò confuso. Tu solo sei
il buono, il Potente, l’eterno. A te solo sia onore e gloria, amore e ringrazianiento
nei secoli dei secoli.






Testo tratto
da: B. Pietro Giuliano Eymard, La presenza reale, Roma 1947, pp. 29-32.