Il Miracolo Eucaristico di Veroli


Miracolo Eucaristico
di Veroli

Italia (1570)















Il giorno
di Pasqua del 26 marzo 1570, nella chiesa di Sant’Erasmo, a Veroli, venne esposto
il SS. Sacramento per le quaranta ore di pubblica Adorazione, in memoria delle altrettante
ore nelle quali il Corpo di Cristo stette rinchiuso nel Sepolcro.

Un documento autorevolissimo, redatto dalla Curia immediatamente dopo i fatti, è
conservato nell’Archivio della Chiesa di Sant’Erasmo. In esso, oltre ad essere descritto
il Prodigio, sono conservate le testimonianze che descrivono le visioni e le guarigioni
relative a questo Miracolo Eucaristico.

Ma veniamo al racconto di cosa avvenne precisamente. L’esposizione del Santissimo
Sacramento a quei tempi differiva da quella che oggi è in uso: ancora non
era molto diffuso l’Ostensorio, anche se nel Concilio di Colonia (1452) si era parlato
di questo oggetto che doveva avere una teca di vetro sul davanti, circondata da raggi
e sormontata da una croce.

Nella chiesa di S. Erasmo l’Ostia consacrata, secondo il rito tradizionale, venne
chiusa in una teca d’argento di forma cilindrica con coperchio a cerniera, e quest’ultima
posta dentro un grande calice ministeriale, anch’esso d’argento, coperto con la patena.
Il tutto, infine, fu avvolto in un elegante drappo di seta i cui lembi vennero raccolti
e legati all’impugnatura del calice.

Don Angelo de Angelis, canonico della medesima chiesa collegiata, preparò
così il calice e, dopo i Vespri di Pasqua, lo espose sull’altare della cappella
dedicata a San Gregorio Papa, illuminata per l’occasione da numerosi ceri.

Era tradizione che ogni confraternita della città andasse ad adorare per un’ora
il SS. Sacramento esposto. Così gli iscritti alle Confraternite della Misericordia
e della Buona morte, che precedevano quelli del Corpus Domini e quelli della Madonna,
vestiti con i loro sacchi neri, si accinsero al loro ufficio e si posero tutti in
ginocchio per pregare, recitare salmi ed orazioni.

Ad un certo momento il velo, il calice e lo scatolino divennero trasparenti come
puro cristallo. I presenti videro nel fondo della coppa del calice una stella molto
splendente, la cui luce annientava quella delle candele della cappella: e sopra quella
stella poggiava l’Ostia consacrata.

A breve distanza di tempo l’Ostia si convertì in un fanciullo vestito di nero,
semicoperto da una nuvoletta, che si sollevava sopra il calice, per poi ancora trasformarsi
repentinamente in Gesù Cristo morente sulla croce. Alla vista di tali apparizioni,
i presenti, tra lacrime e grida, pieni di meraviglia e timore, iniziarono ad implorare
la misericordia di Dio.

La notizia in breve tempo fece il giro della città. Accorsero immediatamente
nella chiesa di S. Erasmo il Vescovo e le autorità cittadine. Numerosi altri
devoti e curiosi affollarono l’ingresso della cappella di San Gregorio: tutti volevano
entrare, tutti desideravano vedere ciò che stava accadendo.

Molti poterono constatare di persona cosa avveniva, poiché le visioni soprannaturali,
come attesteranno i testimoni chiamati a deporre, durarono per circa mezz’ora. Poi
tutto ritornò come prima. Il giorno seguente, 27 marzo, alla medesima ora,
la luce della stella apparve di nuovo in fondo al calice e poi scomparve.

Tutti videro distintamente tre Ostie, di uguale grandezza e tangenti reciprocamente,
sollevarsi dal calice. Queste a loro volta scomparvero lasciando il posto a tre fanciulli,
dei quali quello centrale era più grande degli altri due; successivamente
rimasero visibili una sola Ostia ed un Bambino.

Avvennero ancora altre trasformazioni, che durarono mezz’ora circa, come la sera
precedente. Terminate le quaranta ore di Adorazione, il SS. Sacramento non fu riposto
nel Tabernacolo, in quanto le autorità ecclesiastiche decisero di prolungare
l’esposizione fino al 6 aprile.

Nel frattempo si verificarono diverse guarigioni miracolose di cittadini verolani
e di altre persone provenienti da paesi limitrofi che, venuti a conoscenza del fatto,
erano accorsi a Veroli. Il calice dove fu esposto il Sacramento è custodito
nella chiesa, mentre le sacre specie dell’Ostia miracolosa di Veroli, alla fine del
XVII secolo, dopo 112 anni circa, furono consumate.

Nel 1970, in coincidenza del quarto centenario del miracolo, si è celebrato
il terzo Congresso Eucaristico della diocesi di Veroli-Frosinone. Il martedì
di Pasqua viene ricordato ogni anno il Miracolo, con una solenne cerimonia cui partecipa
il Vescovo con il popolo. Si fa l’Adorazione Eucaristica ogni primo venerdì
del mese, tenendo chiuse le altre chiese.






testo tratto da
ZENIT Codice: ZI05011102
Data pubblicazione: 2005-01-11

immagine tratta dal sito dell’
Istituto San Clemente